Quando l’ospite era Stern

11 Ottobre 2013 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dalla valle dell’eco. Voglia di riascoltare il nastro degli ultimi anni. Nastro ascoltato da pochissimi, inascoltato là  dove si puote. Motivo della rabbia. La modestissima presentazione del campionato nella bella Arena del Sole bolognese dove non bastavano personaggi che hanno fatto la storia di questa organizzazione, come la sempreverde Loretta, a farci dimenticare il resto. Se è conferenza stampa diamo almeno materiale alla stessa per lavorare. Tipo? Calendario,nuovi stranieri, notizie in genere. Scritte, non tramandate. Dischetti? Non c’erano comunque, sono modernità inadatta al pezzo da scrivere in tempo reale. Atmosfera? Penombra. Adatta per chi deve prendere appunti. Presenze? Le solite. Ci ha fatto tenerezza un collega che, lamentandosi, andava a cercare un salame meno rancido di quello che ha fatto urlare di rabbia il Claudio Pea rimasto senza pallina perché avevano finito  il sacchetto UNNRA: “ La prima volta che sono venuto alla presentazione del campionato l’ospite era David Stern, la NBA in tutto il suo splendore. Oggi non c’erano neppure tutti i presidenti.”

Il cavallo della valle solitaria nitrisce e si domanda. 

Avete tenuto l’orario delle 18.15 che è come i buffet in piedi: ci si ingozza e non si digerisce niente.

Avete giustamente sposato ancora una volta la RAI, ma poi lasciate che mandino in onda la diretta domenicale alle 20.30. Fare scopa con SKY e il calcio ha un senso? Forse per farsi dire alla fine che lo share era pessimo e l’audience una fetecchia. Masochismo puro.

Bello sentire Minucci che propone un faccia a faccia fra Daniel “ tutto cuore” Hackett e Gianni “ solo perfidia”  Petrucci. Pensarci prima? Quando serviva davvero.

Brutto sapere che Siena non capisce lo sforzo del suo genio che ha saputo strofinare ogni tipo di lampada e si ribella al trasferimento nel campo di  Firenze. Non certo per chi non ha quasi trovato una sala stampa agibile al Palaestra: manca lo spazio, non certo la competenza nel lavoro che è di prima qualità, da molto tempo, nell’ufficio stampa dei campioni.

Meraviglioso sentire il ricordo legaiolo di Piero Parisini, un gigante. Certamente andava ricordato anche Angelo Rovati.

Una Lega che lega avrebbe insistito per avere in sala il presidente onorario Veltroni, non parliamo di Roma.

Felicità rivedere Crovetti con la voglia di stare nel suo mondobasket. Bravo Dalla Salda a riportarlo nel giro.

Felicità fra gli arbitri per il lavoro che sta facendo Franco Del Moro passato dalla targa disciplina pesarese a questo mondo dove c’è bisogno di pace, armonia e buone letture. Interpellato, il Del Moro, sullo spinoso caso Sahin che , secondo Mattioli, si è messo da parte un po’ da solo perché preferisce stare fuori dall’organizzazione sindacale, ci ha risposto con la saggezza dei buoni dirigenti:” Non interferisco su nessun argomento tecnico. Lavoro per altre cose”.

Saltando a Ischia, passando dal Teatro del Sole dove ci ha fatto piacere rivedere l’ex presidente Prandi che adesso insegna alla IULM fondata dal Bulgheroni che purtroppo non ha più tempo per il basket anche se gli offrivano porpora cardinalizia internazionale, la targa ricordo messa dagli amici di Willy, presente la grande Fosca, è qualcosa che va oltre l’affetto, la riconoscenza, l’amicizia, la stima. C’è amore per chi ha saputo regalarne, per chi al basket ha proposto competenza e cultura, interpretazioni della vita dentro e fuori dal campo che andrebbero lette insieme al libro di Boniolo sulle Regole e il sudore.

Armani candidata per quasi tutti. Non per Mazzon, Vitucci e Bechi. Vedremo chi ha ragione. Livio Proli ci ha proposto sul Corrierone un Luca Banchi vero Fiero Guerriero, invenzione dei tempi del GianMario Gabetti colpevolmente assente alla presentazione del libro Scarpette Rosse del Pedrazzi che manda in acido il sangue dei calamari e delle sogliole che vorrebbero tutte avere un referente come Galliani per poter lavorare ancora in questo mondo, per avvicinarsi alla piramide dove c’è ancora scudetto, dove per abbattere le mura servirà molto più di un arciere alla Robin Hood nella versione di Russell Crowe.

Bello sapere che il numero uno di Re Giorgio considera l’Olimpia la diciassettesima azienda dell’impero. Bello scoprire  che nel mondo della moda si può  parlare fino all’alba anche mangiando salsicce  e bevendo birra. Magari la pensassero così quando creano e propongono taglie da frustrazione per chi entra nel loro mondo che si ribella alle discriminazioni, ma poi le impone a chi sa resistere a tutto meno che alle tentazioni. Soprattutto a tavola. Non diteci che lo fate per la salute della gente: se volete i nostri capi meravigliosi mettetevi a dieta, il cuore ne avrà vantaggi. No. E’ crudeltà.

Siamo contenti che Beppe Poeta abbia deciso di ascoltare cosa propone Pesaro dopo l’incidente che ha portato via Traini per altri sei mesi. Meritava una squadra. Va nel posto dove alla gente con il suo cuore, la sua grinta, sanno voloer bene. Lui e Dell’Agnello per una salvezza che ci sembra davvero durissima.

PS: Chiediamo a Renzi se può essere felice per i presidenti assenti, per i giornalisti che non sono venuti, per quelli che  c’erano ma poi non avevano spazio per scrivere. Anche poco. Se fa la conta in rassegna sin accorgerà che c’era il vuoto, noi  avremmo voluto rimediare per tutti, ma ci siamo fatti prendere la mano e allora avrete letto metà di quello che pnsavamo e volevamo davvero sul Giornale. Una colpa verso la redazione, ma era la smania di urlare: noi ci siamo sempre  anche se fa freddo e si beve gazzosa.

Oscar Eleni, da Bologna

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