Qualità della vita a Milano

17 Dicembre 2019 di Indiscreto

Milano è nel 2019 la provincia italiana con la più alta qualità della vita, secondo la stracitata classifica del Sole 24 Ore che dal 1990 tiene conto di vari parametri e che nel corso di questo trentennio ha premiato Belluno (2 volte), Gorizia, Parma (2), Aosta (3), Reggio Emilia, Bolzano (5), Sondrio (2), Siena (2), Piacenza, Bologna (3), Firenze, Trieste (2), Trento (2), Ravenna e appunto Milano nel 2018 e 2019.

Sul sito del Sole 24 Ore si possono leggere le classifiche complete di ogni anno, con due costanti abbastanza evidenti: il Sud nelle posizioni più basse in classifica e la prevalenza, in bene, di realtà territoriali governate dal PD o dai suoi predecessori. Domanda del genere uovo-gallina: la gente che sta bene vota a sinistra, o giù di lì, o i governi locali di sinistra sono meglio degli altri? Azzardiamo un terzo scenario: la politica incide pochissimo sulle caratteristiche di un territorio e di un’economia, la storia del Sud è piena di giunte di sinistra, e la stessa DC è stata dominante in Veneto come in Sicilia.

La metodologia di ricerca è abbastanza complessa, ma forse più interessante del risultato aggregato che è buono per essere carne da telegiornale o da click, come nel nostro caso. Ad esempio l’indice del clima premia Imperia, davanti a Catania e Pescara. Quello della salute Bolzano, davanti a Pescara e Nuoro. Lo stato finanziario delle famiglie fa vincere Trieste, davanti ad Aosta e Parma. L’indice di criminalità premia (nel bene, perchè nel male vince Milano) Oristano, davanti a Pordenone e Benevento. L’indice del tempo libero premia invece Rimini, davanti a Firenze e Venezia.

Tutto chiaramente discutibile, anche perché a volte legato a statistiche viziate in origine (si pensi alle denunce per microcriminalità) e alle priorità delle persone: chi punta alla carriera deve andare a Milano, chi punta alla salute a Pescara, chi vuole girare tranquillo per strada prenda casa ad Oristano. Siamo però inseriti in un trend mondiale, che vede aumentare l’attrattività delle grandi città: Roma, che stando ai giornalisti sembra l’inferno da quando è governata dalla Raggi, è salita dal ventunesimo al diciottesimo posto. Un fenomeno antichissimo, lo si può dire anche senza consultare affannosamente il Bignami di storia, che di solito è legato alla proletarizzazione del ceto medio. Per la serie: con la mia laurea in scienze della comunicazione a Milano posso consegnare le pizze, ma a Caltanissetta nemmeno quello.

Share this article