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Basket

Pulcinella da tre

Oscar Eleni 27/01/2025

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Oscar Eleni congedato dal Rincosur dove si balla e si canta pensando a Sinner e alle sciatrici con Brignone e Goggia, regine con una corte tricolore dorata, che applaudono il pattinatore Ghiotto, il Giacomel che spara oltre la luna. Festa nel gelo sognando un’aurora boreale alle Lofoten cercando consolazione dove il pulcinella che ama il mare tira da tre punti senza scivolare, contento di non essere a San Siro per vedere l’allenatore del Milan che insegue il capitano dei rossoneri borbottante al momento della sostituzione mentre tirava calci alle bottigliette più precisi di quelli che prima sul campo aveva dedicato al balun. Non è finita a schiaffi come in Turchia dove i giocatori prima dell’espulsione si sono presi a legnate, ma è bastata quella lite dopo una vittoria trovata nei minuti di recupero per tirare le orecchie più a Conceiçao che al Calabria. Non è da Milan, urla il coro, già, ma facciamo fatica a capire cosa è da Milan, da Juventus, Inter o Napoli, magari Roma, pensando alla Lazio e alla rissa con i tifosi spagnoli finita a coltellate.

Si mischia tutto trovando ogni scusa per non ricordare davvero l’abisso dove è caduta l’umanità che pure prima di bruciare e uccidere diceva di avere una divinità al fianco di chi comandava la vergogna. La farsa continua anche oggi. Il giorno della memoria diventa gazzarra, ma hanno ragione gli ultimi testimoni della grande vergogna, fra qualche anno ci saranno poche righe, come dicevano anche gli scampati di Hiroshima o Nagasaki, mentre le valigette nucleari sono sulla sdraio dei potenti di oggi, quelli che hanno tutto e vorrebbero ancora di più, governando i satelliti del mondo, fingendo di volere la pace. Si fottano quelli che vorrebbero sanità pubblica davvero efficiente e per tutti, istruzione per tutti, un salario decente, per tutti. Pazzi.  Gas e miliardi, pazienza se qualcuno abbatte i nemici torturandoli e sventrandoli. Basta che il gas arrivi e i soldi finiscano nelle tasche giuste.

Tornando nel giardino dello sport si vede più o meno la stessa mentalità. Gente che prende milioni ma corre poco volentieri, gente che  vince premi o ingaggi straordinari senza dover pensare alle tasse perché ha preso casa fuori dai confini. Dimenticare, fingere. Fare gli struzzi e  raccontarsi qualche bella favola.  Se va male via gli allenatori. Lo  ha appena fatto la federazione del baseball con il nuovo presidente, lo ha fatto lo sci maschile che ancora non sapeva del risveglio a Kitz del Vinatzer appena recuperato. Nel calcio e nel basket hanno già preso la valigia in tanti, dalla serie A alla serie C. Nella pallavolo, per fortuna, sono meno agitati, ma è anche vero che  i risultati sottorete sono buoni davvero, uno spettacolo la Coppa Italia dove le favorite sono andate a casa dopo le semifinali e la coppa  è tornata a Civitanova dopo il quinto set del tormento con la bellissima Verona. In Europa, poi vanno bene uomini e donne. Insomma è una terra felice ma ve ne parlerà il Rapuzzi che già freme aspettando le finali europee.

Non potranno fare la stessa cosa i cestomani avviliti che nell’ultima settimana hanno visto le ricche signore andare a letto senza cena. Milano anche senza i vestiti dopo aver mostrato le sue debolezze e la lunga lista infortuni al Banchi che con l’Efes non poteva più permettersi di perdere perché ad Istanbul sono abituati benissimo, come del resto ad Atene. Dove le cose vanno male è  proprio qui, dove perdiamo un po’ troppo appena mettiamo il naso fuori, eppure abbiamo lanzichenecchi ovunque, eppure si racconta che presto torneremo a vincere con una Nazionale senza filtro. Non ci risulta che anche nei pochi successi all’estero di Trento, Venezia, magari Reggio Emilia, Sassari o Tortona, si possa parlare bene di giocatori cresciuti nelle nostre stalle. Al momento, e siamo già a gennaio, tutto tace.

Petrucci prega e speriamo che Pozzecco sia ben riposato. C’è grande eccitazione perché hanno deciso di portare dopo 21 anni la Nazionale a Reggio Calabria quando si aprirà la finestrella per Azzurra già qualificata, visto che organizza lei, all’Europeo dei sogni,  duro più o meno come il Mondiale, muro altissimo come  le Olimpiadi. Pazienza. Intanto campetti, contratti con la speranza che la NBA venga a trovarci mischiando le carte dell’Eurolega, senza immaginare che questi americani, che già  hanno comperato società di basket e di calcio, non pensano certo di  presentarsi all’iscrizione con squadre deboli, quindi cercheranno rinforzi fuori perché qui,  al momento, ti lasciano in panchina anche se torni dal college americano e ti tesserano in serie B.

Basta lamentarsi, perché  è il momento di mettersi sull’attenti ricordando due grandissimi: Kobe Bryant e il  Drazen DALIPAGIC giustamente ricordato con un minuto di silenzio su tutti i nostri campi e non soltanto perché fra i suoi record c’era anche la partita dei suoi 70 punti contro la Virtus Bologna quando portava la maglia della Reyer, che qualche anno prima aveva vestito anche nei giorni del paron Zorzi, del sogno Haywood diventato incubo nella finale contro la Juventut dove avevamo giurato al nostro amico LAGO che ci saremmo dimessi se la REYER avesse perso una partita che sembrava dominare e che poi perse all’ultimo tiro.

Pagelle da fare in fretta prima delle telefonate dei super depressi  che voglio sapere  se possono consolarsi perché stai peggio, una catena della non salute capace di unire molti disperati che non hanno lo stesso coraggio del grande Augias che ha chiesto ad amici il numero di telefono del medico che aveva servito morfina a colazione a chi si era stancato dei pannoloni, delle cadute in corridoio o sulle tribune, delle rinunce, a chi piangerà emozionato sapendo di non poterci essere  il 2 febbraio al Forum quando l’Olimpia, nel giorno della sfida con la Varese, farà entrare nella casa della sua gloria il Tony Cappellari. L’uomo dal baffo elettrico accolto nel 1976 come figlio  prediletto nel palazzo di Adolfo Bongocelli, rapito alla gioiosità del Lamber, portato al tormento e all’estasi oltre il Torchietto da Rubini, dal Basilio che tanto aveva imparato studiando la storia di Casati, svezzandolo con le giovanili, portandolo oltre i confini  affidandolo al Concato e alla femminile nella Vicenza  delle grandi promesse, riprendendolo in famiglia al momento della crisi, della  felice povertà, della ricostruzione con Faina prima che Peterson, dopo la neve sul tetto di San Siro, riaprisse la stanza dei trofei litigando e abbracciandosi con il manager che sapeva ascoltare ma che, per fortuna, non stava sempre zitto.

Andiamo ai voti prima che arrivi la badante a chiudere tutto.

10 Al DALIPAGIC che sul campo era meraviglioso, un uomo che sapeva stregarti anche quando bastonava le nostre Nazionali, uno vero che tutto il basket mondiale ricorderà per sempre come Kobe Bryant e che nell’NBA avrebbe fatto storia.

9 All’ingegner MARZORATI che lavorando con la sua impresa per rimettere a posto lo stadio di calcio Ossola a Varese ha promesso almeno di inginocchiarsi guardando Masnago e benedicendo chi è stato prode avversario e persino chi lo ha insultato.

8 A MILANO  e VARESE che onoreranno insieme Tony CAPPELLARI il manager dei giorni dorati sia per l’Olimpia sia per la splendida creatura di Toto BULGHERONI che con SCOLA promette di  rinascere anche se ogni tanto la  squadra di oggi si addormenta e magari dopo aver battuto Milano va a fondo in casa contro Brescia.

7 Al BULLERI abbracciato a SARDARA per la prima vittoria da allenatore della SASSARI che deve assolutamente lasciare la palude del fondo classifica. Certo se potrà  avere altre partite con 17 tiri da tre punti messi dentro come contro la narco VIRTUS il futuro sarà ancora più bello.

6 AL BASILE nella beatitudine dei campi, fra i suoi sogni e animali fedeli per il compleanno passato sorridendo al suo basket che ogni tanto serve ancora benissimo con belle interviste, felice che il suo tiro ignorante, ma sempre vincente per scudetti, medaglie, sia diventato oggi un tiro per laureati del nuovo basket.

5 Alla TORTONA che ci fa sempre sgridare perché magari pensano che si possano dimenticare le grandi cose che stanno facendo per la cittadella sportiva, per il  basket, perché contro una REGGIO EMILIA tornata a graffiare, ha mancato proprio il quarto tempo, i 10 minuti finali che sono stati sempre il terrore di tante nemiche.

4 Alla REYER appena risanata per averla vista scivolare davanti alla vitalità  di questa TRENTO che è davvero la squadra più divertente per il modo in cui cerca di farsi largo fra colossi.

3 Alla PISTOIA sbriciolata dalla TRAPANI che andando oltre i 100 punti, con valutazione di squadra record, sta avvisando i naviganti della coppa Italia. Certo a casa Rowan  non pensavano di  dover ricominciare tutto da  capo.

2 Alla TREVISO che si è fatta sorprendere dalla voglia di riscatto di una Napoli che VALLI sta riportando oltre la salvezza. Giusto che Vitucci si prenda tutte le colpe, ma è giusto anche qualcuno in squadra faccia le valigie.

1 A TONUT e CARUSO se dopo la bella partita contro Trieste daranno a Messina motivi per nasconderli in fondo alla panchina. Dipende sempre da loro, anche se a volte sarebbe bello se  la scelta avvenisse non per emergenza, ma per convinzione e coraggio di chi  dirige.

0 Al TUCKER che pure sta risalendo nella considerazione di IVANOVIC dopo essere rimasto al freddo tanto tempo. A Sassari sembrava aver ritrovato mano e punti, ma poi è sparito come tutta la Virtus nella giornataccia collettiva dove soltanto Pajola e un po’ Diouf hanno ricordato cosa dovevano fare, cedendo quando BELINELLI non è più riuscito a trovare la mano per salvare tutto e tutti.

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