Provare per credere

24 Luglio 2008 di Stefano Olivari

Abbiamo conosciuto Guido Angeli molto prima che diventasse uno straordinario personaggio televisivo, nella prima metà degli anni Ottanta. Venditore di quadri a Forte dei Marmi, con o senza il meccanismo dell’asta, micidiale nel piazzare croste alla Teomondo Scrofalo al milanese in vacanza: ci cadde anche nostro padre, come provano le opere di tale ‘Maestro Serafini’ (in certe serate di ispirazione Angeli interagiva con il presunto ‘maestro’ di una vaghissima ‘scuola toscana’ e noi bambini ogni sera lo guardavamo ipnotizzati), dallo stile simile a quello di Ligabue. Quadri che ovviamente non si sono rivalutati, ma che comunque siamo fieri di aver comprato da Guido Angeli poco prima che diventasse personaggio di culto grazie ai mobili Aiazzone ed al suo ‘Provare per credere’ accompagnato da un gesto unico. Il resto della storia lo conoscono tutti, dalla morte di Aiazzone nel 1986 (trasmissione commemorativa condotta insieme a Vanna Marchi, con tanto di fascio di luce puntato sulla sedia vuota, ricordata nel coccodrillo firmato da Aldo Grasso sul Corsera) al clamoroso passaggio a Semeraro sul finire degli anni Ottanta, come dire dalla Nike all’Adidas, seguito da mille apparizioni televisive all’insegna dell’autoironia. Adesso Guido Angeli è più su questa terra ed il suo ‘provare per credere’ assume tutt’altro significato.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it
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