Procuratore di gran fondo

29 Febbraio 2008 di Stefano Olivari

638° alla Sanremo. Portati a termine il Fiandre e la Montpellier-Castres del Tour de France. 1233° al Lombardia. Il 2007 di Claudio Pasqualin ricorda molto quello del suo assistito Filippo Pozzato: un anno di grande impegno, tanti piazzamenti, qualche piccolo problema fisico. E pochi giorni per rifiatare, nel caso del procuratore, tra un’uscita e l’altra in bicicletta e per lavoro. Ma nel 2008 non si lascia, anzi piuttosto si raddoppia. Tra gli obiettivi stagionali le medio fondo di mezzo Veneto (dalla Bardolino alla Cunego) e soprattutto il tricolore dell’Associazione Italiana Magistrati Avvocati Notai Ciclisti. Ostregheta! Cosa non si fa in difesa del Gs Ombre biancorosse Cicli Boron, da Vicenza con passione: 10.000 Km a stagione, quattro uscite settimanali, lo stage invernale a Gran Canaria con Davide Cassani e Massimiliano Lelli. Giù di sella su con la vita e sotto con gli affari trattati dalla Pdp, la Pasqualin D’Amico Partners. All’attacco delle salite da dove partono tutte le trattative.
Avvocato Pasqualin, come si sta alla ruota di Pozzato? “Benissimo, grazie. Soprattutto in pianura e nei fondovalle”.
Bella forza, in scia di un passista così elegante e potente ci si mette comodi comodi, basta limare. “Macché, se Pippo allunga non ce n’è proprio per nessuno, tra i cicloamatori che lo inseguono”.
Mira e rimira avrà pure imparato da lui qualche trucco del mestiere. “Come no. Per esempio mi ha insegnato la pedalata e la posizione: agli inizi mi diceva che sembravo seduto su un water, più che su una Pinarello”.
Vengono marzo e aprile e la Liquigas si aspetta grandi cose, dal suo conterraneo. L’arrivo in squadra di Daniele Bennati porta altre pressioni? “Non credo. Stiamo parlando di due professionisti troppo seri e troppo intelligenti, per non approfittare della nuova situazione. Ciascuno prendendo e sfruttando i suoi spazi”.
Obiezione: il veneto è anche troppo primadonna, troppo personaggio troppo disponibile. E troppo bello, troppo bravo, troppo alto, troppo biondo… “Troppe chiacchiere. Chi conosce il ragazzo sa bene la vita che fa, altro che Ferrari e discoteca. Ma non è colpa sua, è che lo disegnano così”.
Pozzato rinnova o non rinnova con Dal Lago e Amadio? Il suo contratto scade a fine anno. “Perché no? Facile ci possa essere un incontro dopo le classiche. Vedremo.”
E lei rinnova o non rinnova il suo portafoglio clienti, tra i professionisti del gruppo? “Difficile. A oggi confermo il mio rapporto con un altro vicentino, Emanuele Sella della Csf Group-Navigare. Un domani, mai dire mai”.
L’uomo dei sogni per un giorno di procura? “Andy Schleck”.
A proposito d’interessi e tutele: visti gli sviluppi più recenti della normativa anti-doping? Come riconoscere dove cominciano i diritti dei corridori, finiti i doveri che si sentono di compiere? “L’ambiente del ciclismo è inquinato dalle nette divisioni che separano le sue componenti, oltre che dagli atleti che non rispettano la legge, gettando fango sull’immagine di questo sport. Le rivendicazioni dei corridori hanno solo bisogno di essere ampiamente condivise, e poi espresse con determinazione dall’organo di autotutela. Insomma, chiariscano la loro posizione una volta per tutte e nel caso si rivolgano tranquillamente ad un avvocato, qualora ritengano si sia davvero passato il limite”.
Dovranno chiedere di Claudio Pasqualin? “Qui ci vorrebbe il Sergio Campana della situazione, altroché”.

Francesco Vergani
francescovergani@davide.it

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