Calcio
Prati o Boninsegna?
Stefano Olivari 23/06/2020
Pierino Prati è morto solo, più solo di come di solito si muore: non vogliamo entrare in fatti privati e non ci entreremo, ma la denuncia fatta dal suo amico ed ex compagno, nella Roma, Loris Boni sul Corriere dello Sport delinea una situazione triste. Ci dispiace quindi doppiamente, per un campione che ha avuto la partita della vita nella finale di Coppa Campioni vinta dal Milan sull’Ajax, 51 anni fa, e che come tutti quelli della sua generazione abbiamo conosciuto già fuori dai giochi (ce lo presentò Franco Rossi, con il quale Prati ebbe una memorabile discussione televisiva su Puskas).
Ma fedeli alla nostra linea di non proporre coccodrilli, vogliamo parlare di Prati come merita, come se fosse attualità. Ed il dibattito non può che vertere sul dualismo non tanto con Gigi Riva, al quale a volte è stato paragonato (ma stiamo parlando di pianeti diversi) per il mancino e il fisico, quanto con Roberto Boninsegna, suo concorrente insieme ad Anastasi per il ruolo di seconda punta in Nazionale al fianco di Riva. Per la verità nel vittorioso Europeo del 1968, con Boninsegna nemmeno fra i convocati, Prati giocò da titolare la semifinale con l’Unione Sovietica a fianco di Mazzola e la prima delle finali con la Jugoslavia insieme ad Anastasi, mentre nella seconda giocarono Riva e Anastasi.
E lo stesso dualismo con Boninsegna ai Mondiali messicani di due anni dopo fu molto casuale, perché entrambi furono convocati soltanto dopo l’incidente ad Anastasi e l’incredibile ‘sconvocazione’ di Lodetti. Solo che Prati il Mondiale lo visse da spettatore, colpito indirettamente dalla grottesca lotta che i dirigenti azzurri facevano a Rivera, mentre l’attaccante interista ne fu un grande protagonista giocando tutte e sei le partite (e giocandole anche meglio di Riva, in generale) ed entrando nella storia del calcio grazie alla manifestazione che, piaccia o no, fa la storia del calcio.
Riproponiamo quindi a mezzo secolo di distanza il dibattito che infiammò i giornali italiani, quando ancora facevano opinione: Prati o Boninsegna? Due ragazzi, bisogna anche ricordare, che erano cresciuti dai settori giovanili di Milan e Inter, quando ancora i settori giovanili avevano l’obbiettivo di produrre campioni e non plusvalenze.
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