Auto
La nuova Golf si chiama Polo
Furio Fedele 12/05/2019
La nuova Golf è diventata la Polo? Nel caso, scegliere la Polo o la Golf? I cultori della Volkswagen se lo chiedono. Certo è che alcuni modelli storici sono una ricchezza ma anche eredità pesanti, al limite dell’insostenibile. Come nel caso della Golf, le case automobilistiche devono tutelarle nel corso dei decenni. Ma spesso non bastano la griffe, il look, la leggenda.
A maggior ragione per la Golf bisogna anche badare al sodo, al logorio di un progresso non solo tecnologico, ma anche di gusti e di necessità. In casa Volkswagen è quindi sempre più attuale il dibattito sulla possibile erede della Golf. Partorita nel 1974, sottoposta a ben 6 restyling (siamo infatti alla versione numero 7), sta accusando una fase di riflessione.
Basti pensare al fatto che l’ultimo aggiornamento della Golf è datato 2012. Con le serie più recenti riviste e corrette ogni 4-5 anni dopo che le prime avevano resistito anche un decennio. Di sicuro il futuro di questa auto così trasversale, per età dei guidatori e target socio-economico, è interessante anche per capire l’evoluzione del mercato in generale.
Partiamo dalla Volkswagen. Sicuramente contaminato dalla doppia parentela con Audi e Skoda, il marchio di Wolfsburg deve fare i conti con una posizione di mercato abbastanza scomoda. Fra il lusso dei Quattro cerchi e l’essenzialità (comunque di livello medio-alto) dell’ex brand cecoslovacco che ai tempi del Muro era identificato come un simbolo che andava oltre il significato automobilistico. Insomma, oggi è meno chiaro chi sia il cliente Volkswagen, rispetto a qualche anno fa.
Venendo alla Golf, bisogna dire che nella sua storia è cresciuta, sotto tutti i punti di vista. Anche nelle dimensioni, considerato il fatto che ormai è più simile a un’Audi A4 rispetto alla tradizionale Golf anni Settanta e Ottanta. Anche i costi di gestione sono diventati importanti. Le recenti campagne promozionali hanno mitigato un ridimensionamento più sensibile rispetto alla media generale, ma la sostanza non cambia. La Golf 7 sembra ormai più una Audi che una… Golf.
Ma l’erede della Golf esiste già, è la sua sorella minore. Si tratta della Polo, nata un anno dopo (1975) come city car senza grandi pretese. Ma la sua evoluzione l’ha fatta diventare quasi gemella della Golf. Infatti nel 2017 la sesta generazione della Volkswagen Polo ha proposto maggiori dimensioni. Grazie a un nuovo pianale, la Polo è cresciuta in lunghezza di 8,1 centimetri (4,05 metri), la stessa della Golf terza serie. Anche il passo è aumentato, di 9,4 cm, a vantaggio dell’abitabilità e della capienza. Disponibile esclusivamente in versione 5 porte (ormai le 3 porte, in genere, non sono più convenienti e comode), ha migliorato la sua utilità con un bagagliaio che è passato dai 280 litri della quinta serie ai 351 della nuova generazione. Oltre l’abitacolo rimodernato, ci sono stati anche importanti passi avanti per quanto riguarda le motorizzazioni. Sono state offerte soluzioni a 3 e 4 cilindri: dal 1.000 cc da 65 cavalli, al 2.000 Tsi 200 cv della Gti. Si possono scegliere fra varie declinazioni di potenza con consumi sempre più contenuti e prestazioni di ottimo livello.
Va detto che a Wolfsburg non sono mai venute meno creatività e genialità, al di là di Golf e Polo. Il T-Roc ha aperto una nuova frontiera: quella dei crossover di qualità ed essenziali, poco appariscenti e ingombranti ma assolutamente coerenti con le nuove esigenze di un mondo automobilistico dove l’utente non si permette più errori di valutazione, avendo la necessità di un mezzo di trasporto tuttofare. Avendo come tetto quello del crossover, la Polo sta incrementando la sua versatilità sulle orme della Golf, che inevitabilmente verrà schiacciata. Le dimensioni rese più generose proprio dal pianale della serie 3 della Golf, consentono molte variazioni sul tema. Con i vantaggi, non trascurabili, che l’ex-city car è versatile e godibile. La polo adesso può e deve essere una prima (e unica) auto in famiglia, mentre tutti noi conosciamo decine di famiglie che l’hanno usata come seconda (Quando c’erano le famiglie, viene da dire, e quando tutti guidavano). Un’auto destinata a durare nel tempo, senza svalutarsi.
Proprio la rivendibilità è stata sempre una delle peculiarità della Golf e non è un caso che lo stia diventando anche per la Polo. Promozionata in tempi recenti con prezzi di partenza (da 10.000 euro) e bonus (finanziamenti personalizzati) di grande effetto, la Polo è diventata adulta pur restando giovane e al passo con i tempi. La Volkswagen ha individuato quale priorità assoluta della sua gamma la necessità di puntare sulla sicurezza attiva e passiva. Senza fronzoli e stress per il guidatore. Un’altra arma vincente. Quindi: lunga vita alla Golf (destinata a una drastica evoluzione, quasi una rivoluzione, ma non sappiamo quale: diversamente saremmo ingegneri e designer, non giornalisti), ma se la vita della Golf non dovesse essere lunga la Polo è già pronta a sostituirla in ogni senso.