Playoff per samurai

18 Maggio 2012 di Fabrizio Provera

“Il generale Hasegawa mi ha chiesto di aiutarlo a togliersi la vita. Un Samurai non sopporta la vergogna della sconfitta, è stato un onore tagliargli la testa. Molte nostre usanze a voi sembrano strane, lo stesso vale per noi con le vostre. Per esempio, non presentarsi è considerato estremamente scortese, anche tra nemici”.

Il tempo degli indolenti è scaduto. E’ il tempo di Andrea Trinchieri, che da questa sera condurrà – dalla tolda di comando- i soldati della Bennet Cantù nei quarti di finale dei playoff di basket, opposto alla Scavolini Pesaro della temibile e talentuosa trimurti Usa, Jones-White-Hickman. E’ il tempo di Trinchieri, il tempo dei Samurai che sfoderano la spada e ingaggiano la battaglia per difendere non solo se stessi, ma soprattutto il loro onore, come nel bellissimo Ultimo Samurai di Edward Zwick (da cui è tratta la citazione iniziale). E’ il tempo di Trinchieri, che ha vissuto la più intensa, difficile e bella delle tre stagioni  trascorse a Cantù: quella del ritorno alla gloria europea, ma anche degli infortuni e delle sfortune, del secondo posto perso all’ultimo secondo di una gara condotta per 39 minuti e mezzo. Tocca a Trinchieri dimostrare – anzi confermare- talento e valore, i suoi, che sappiamo essere indiscussi. Tocca a Trinchieri, che potrebbe ritrovare Micov già da questa serie e Shermadini nell’eventuale semifinale contro l’Armani (probabile vincitrice del quarto contro Venezia, che ha già conquistato il suo personale scudetto), reinventare per l’ennesima volta la sua formazione.

Trinchieri è stato l’uomo dei quintetti mutanti, degli equilibri – difensivi e offensivi – mutanti, dei rendimenti mutanti. C’è solo una cosa che non è mai mutata: l’atteggiamento e la risposta dei giocatori simbolo dello spirito canturino nei momenti decisivi. Le prestazioni incommensurabili del Principe Basile, il coraggio del Marty Leunen dalla caviglia malconcia contro Siena, lo spirito guerriero di Manu Markoishvili. Ai quali, ne siamo certi, si aggiungerà la vitalità carismatica del debuttante (ai playoff italiani)  Doron Perkins. Le parole di coach Trinchieri, alla vigilia della sfida contro Pesaro, rivelano che il coach presagisce un buon esito della battaglia. “Siamo pronti ad esprimere la migliore pallacanestro della stagione. Negli occhi dei miei giocatori vedo la giusta determinazione”. No pain, no gain. Se non dai il massimo, qualcuno da qualche parte lo sta facendo. E quando ti incontrerà, ti batterà. Quindi nessun obiettivo sembra precluso, almeno in partenza, specie se al Pianella – e, dalle semifinali in avanti, al Palagladiatori di Desio – si ritroveranno  condizione e atmosfera delle sfide di Eurolega. E’ il tempo di affrontare gli avversari, al solito corazzati e muniti di armi più sofisticate e moderne. Come  nell’Ultimo Samurai. Cantù affronta i playoff nella migliore delle condizioni possibili, essendo stata più volte ferita nell’orgoglio: dalla incredibile serie di infortuni, dall’abbandono inatteso dello sponsor, da ultimo persino dalle inopportune notizie dell’addio di Shermadini, che sembra aver preferito l’aristocrazia dell’oro e la via lastricata di dollari sonanti che conduce a Tel Aviv, a quella del sangue. Niente di irreparabile.

Io ho sognato un Giappone unificato in una nazione forte, indipendente e moderna e ora noi abbiamo ferrovie, cannoni e abiti occidentali ma… non possiamo dimenticare chi siamo, né da dove veniamo. Ambasciatore Swanbeck, la mia conclusione è che il vostro trattato non è nei migliori interessi del mio popolo”, dice l’Imperatore, nell’Ultimo Samurai.“Voi mi disonorate”, replicò il ricco uomo d’affari. “Se non lo sopportate, vi offro questa spada”.

Fabrizio Provera, 18 maggio 2012

Share this article