Più donne come la Pellegrini

25 Luglio 2019 di Indiscreto

Cosa ha fatto la Pellegrini? La vera grandezza è quando chi è totalmente disinteressato al nuoto e in generale allo sport pone questa domanda. Sentita per Tomba, per Mennea, per Pantani e i pochissimi altri capaci di unire risultati sportivi di dimensione mondiale all’essere simboli di qualche cosa, pur non essendo a volte chiaro il che cosa.

Federica Pellegrini era già la più grande sportiva italiana di sempre prima di vincere a Gwangju il quarto oro mondiale della sua carriera nei 200 stile libero, ma questo non toglie che l’impresa coreana abbia aggiunto leggenda a leggenda, a una stagione dal ritiro che avverrà a 32 anni dopo i Giochi Olimpici di Tokyo.

Nella sua gara del cuore la Pellegrini è salita sul podio mondiale per l’ottava volta consecutiva: argento a Montreal 2005, bronzo a Melbourne 2007, oro a Roma 2009 con l’1’52’’98 di record mondiale che resiste ancora oggi (anche per merito del costume gommato) e a Shangai 2011, argento a Barcellona 2013 e Kazan 2016, oro a a Budapest 2017 e a Gwangju. Già solo nell’elenco delle medaglie c’è la vita, la sua ma anche quella di chi l’ha sempre seguita con affetto: non solo l’atleta vincente, qualcuno che vince ci deve essere per forza, ma anche un modello di donna padrona del proprio destino, nel lavoro e nel privato, insofferente nei confronti di figure paternalistiche.

Non è un caso che con gli allenatori fin da ragazzina lei abbia avuto un rapporto adulto: sono suoi collaboratori, in certi casi magari anche maestri, di sicuro non suoi padroni. Per non parlare dei fidanzati, ben lontani dal modello dell’uomo rassicurante nel quale la donna cerca psicologicamente protezione, oltre che dal maschio padrone che per la maggioranza delle donne normali (e la stragrande maggioranza di quelle stupide) del 2019 rimane tuttora ‘L’uomo’. In altre parole, chi se ne frega dei 200 stile libero? Le vittorie della Pellegrini ormai da tempo avvengono su un altro piano. Per questo le lacrime coreane sono state quelle di tutta una nazione: non erano di debolezza, ma di gioia per anni vissuti al massimo, anni senza fiato (cit. Pooh) che non torneranno più.

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