Quel PIL di LeBron

1 Ottobre 2014 di Stefano Olivari

L’impatto del ritorno di LeBron James a Cleveland, dopo 4 anni e 4 finali a Miami, non sarà solo sportivo anche se quasi ogni bookmaker sta dando i Cavs come favoriti per numero di vittorie nella prossima stagione regolare (siamo in zona 60). Prima di tutto  gli abbonamenti stagionali sono andati esauriti a due giorni dalla Decision II, ben prima dell’operazione Love che davvero ha reso la squadra da titolo. Chi almeno una volta è stato disperato per l’impossibilità di trovare biglietti NBA conosce bene StubHub, in pratica una piattaforma di rivendita di biglietti e abbonamenti (bagarinaggio, insomma, però legale): ebbene, su StubHub le transazioni riguardanti i Cavs sono aumentate, rispetto all’anno scorso, del 4.000 (quattromila) per 100. In altre parole, dove prima c’era un appassionato intenzionato a frequentare la Quicken Loans Arena adesso ce ne sono già 40… con prezzo medio del biglietto, su questo mercato ‘secondario’, più che raddoppiato (250%). Da notare che i prezzi medi ufficiali dei biglietti sono invece rimasti invariati o quasi… Divertente la polemica, di cui abbiamo letto sul sito di CNBC, sull’impatto economico di LBJ su Cleveland, al di là del discorso Cavs: per un giornale locale, con toni da ‘Er capitano min se discute, se ama’, 500 milioni di dollari l’anno, per professori di economia intervistati da CNBC non più di 100. Presi dal morbo del giornalismo d’inchiesta abbiamo cercato tramite Google il PIL (Gross Domestic Product, in ameregano) dell’Ohio, che risulta essere circa 100 volte superiore ai 500 milioni citati, mentre l’area metropolitana di Cleveland circa 40: LeBron da solo varrebbe il 2,5% del PIL di Cleveland, quindi. Rimane il fatto che questo dimagrito (10 chili, con tre mesi senza carboidrati) e quasi trentenne fenomeno sia l’unico personaggio davvero traversale in una lega che gli americani medi non mitizzano come noi, al di là del fatto che ci giochino 400 dei primi 450 (e di sicuro 100 dei primi 100) giocatori del mondo. Fra l’altro da parte di Coach K e di Colangelo è iniziata con discrezione l’operazione ‘LeBron a Rio’, dopo il sostanziale disinteresse in patria per la vittoria mondiale in Spagna. Fra una settimana, quando i Cavs saranno proprio in Brasile per una partita contro (guarda caso) gli Heat, si parlerà più di questo che di dell’adattabilità di David Blatt alla mentalità NBA.

 

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