Pertini o Mattarella?

24 Febbraio 2020 di Indiscreto

Trent’anni fa, il 24 febbraio del 1990, moriva Sandro Pertini. Senza ombra di dubbio il Presidente della Repubblica più popolare di tutti quelli avuti dall’Italia, socialista non craxiano ma neppure anticraxiano, antifascista sul serio (esilio e poi carcere) e non ‘dopo’, combattente nella prima guerra mondiale (anche a Caporetto) e nella Resistenza, presidente della Camera, eletto Capo dello Stato nel 1978 e rimasto tale per tutto il settennato, sognando nel 1985 (a 89 anni!) un impossibile secondo mandato.

Insomma, un personaggio pazzesco del Novecento, che noi riduciamo all’esultanza al Bernabeu e alla partita a carte con Bearzot, Zoff e Causio. Un errore forse indotto anche dalla sufficienza con cui lo giudicavano tanti politici dall’aura intellettuale, anche se Pertini era avvocato e aveva due lauree. Poi colpa anche sua, così anti-personaggio dal diventare proprio per questo iper-personaggio. Presente ovunque, con il fisico e le dichiarazioni, non sempre in maniera opportuna: in questo senso il punto più basso fu toccato a Vermicino, quando il suo arrivo ritardò i soccorsi al piccolo Alfredino Rampi e comunque non fu una grande mossa.

Un populista naturale, Pertini, senza spin doctor o strategie particolari. Uno stile in parte diverso da quello di Sergio Mattarella, la cui storia politica era stata abbastanza piatta fino all’arrivo al Colle e che solo dopo ha assunto una sua personalità. Come Pertini cerca di dire la cosa che il Paese vuole sentirsi dire, ma lo fa in maniera diversa e, a nostro avviso, più sottile e furba. Il nostro ‘Di qua o di là’ è quindi diretto, quasi da elezione diretta del Presidente della Repubblica: Pertini o Mattarella?

Share this article