Perché nessuno vuole Allegri

26 Dicembre 2020 di Indiscreto

Perché Massimiliano Allegri è ancora disoccupato e molti altri trovano una panchina al primo giro di esoneri? Domanda che ci siamo posti anche dopo la cacciata di Thomas Tuchel da allenatore del Paris Saint-Germain, avvenuta alla vigilia di Natale, più per un’intervista (in cui ha detto cose intelligenti, fra l’altro, peccato imperdonabile e dagli arabi ancora di più) ad una televisione tedesca che per i risultati: con mezza squadra fuori per vari motivi, anche se l’altra mezza sarebbe sufficiente a vincere la Champions League, Tuchel era terzo in Ligue 1, a un punto dalle prime, Lione e Lilla, e ha superato bene il suo girone di Champions dopo un cattivo inizio.

Ma dicevano di Allegri, inattivo dal luglio 2019, dall’amichevolissimo saluto all’amico Andrea Agnelli (tutto così amichevole che l’allenatore non ha rinunciato ad un centesimo dell’ultimo anno di contratto né la Juventus gli ha mai fatto una proposta accettabile di transazione), e senza ingaggio dalla scorsa estate. Non gli manca da mangiare, in questo senso potrebbe anche non allenare più. Di certo il treno del PSG, preso da Pochettino che non è un ‘maestro’ ma si vende bene, è passato. Come per questa stagione anche quello dell’Inter, legato unicamente a colpi di testa di Conte e alla credibilità di Marotta agli occhi dei cinesi. Non stiamo a riportare tutte le trattative e gli scenari di mercato in cui si è parlato di Allegri, li abbiamo e li avete letti tutti, e veniamo al punto.

Perché Allegri, l’allenatore che sembra studiato in laboratorio per un top club, per la gestione dei campioni, e che qualcosa ha vinto, non soltanto alla Juventus, non sembra entusiasmare proprio i top club? Visto che l’ossessione Champions ogni anno fa parlare di fallimento e rifondazione quasi tutti… Nessuno come lui sa trattare con 25 piccole e medie aziende presuntuose come i calciatori, senza far indispettire i padroni tirando fuori espressioni come ‘il mio calcio’. Eppure… Non è una domanda tendenziosa, la risposta potrebbe anche essere quella da bar: alla Juventus vincono più o meno tutti, come nel Milan di una volta, non è il caso di trasformare bravi gestori in leggende del calcio. Poi gli stessi che ci spiegavano perché Allegri fosse Dio adesso non lo ritengono degno del Cuoiopelli o dell’Akragas, come del resto il fu maestro Sarri.

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