Perché il 27 gennaio è il giorno della memoria

27 Gennaio 2021 di Stefano Olivari

Perché il 27 gennaio è il Giorno della Memoria? Lo sanno tutti: perché è il giorno del 1945 in cui le truppe dell’Unione Sovietica entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz, senza trovare di fatto quasi nessuno vivo perché qualche giorno prima i tedeschi se ne erano andati portando con sé i pochi prigionieri in grado di camminare. Ma la domanda non è comunque banale, perché la decisione di celebrare questa ricorrenza in tutto il mondo è stata presa dall’ONU nel 2005 e perché le date per ricordare la Shoah sono purtroppo tante e molte secondo noi anche più significative: si pensi soltanto alla Notte dei Cristalli.

Fra l’altro Auschwitz non fu nemmeno il primo campo di concentramento liberato e ci ha sempre colpito che venga ricordato con il suo nome tedesco, nonostante sia (e fosse) in Polonia, con il nome di Oswiecim. Ma non è questo il punto, bensì l’uso strumentale e moderno che viene fatto del Giorno della Memoria. Di solito il pretesto per un pippotto retorico con la faccia di circostanza, mettendo fra le righe (e nemmeno tanto) in guardia l’elettore pecorone dal rischio di qualsiasi cambiamento degli assetti politici e istituzionali attuali. Perché, sapete, mai abbandonare la vecchia strada per la nuova, Hitler è dietro l’angolo.

In realtà abbiamo sempre pensato che il vero significato del Giorno della Memoria sia quello di formare esseri pensanti e critici, non scimmie o asini (monkey o donkey? Chiediamo a Ibrahimovic e Lukaku) pronti ad acclamare l’uomo della provvidenza e poi ad accettare passivamente lo status quo. Richard Baer, l’ultimo comandante di Auschwitz, scelto perché il predecessore veniva ritenuto troppo morbido (…), era tecnicamente un uomo rispettoso delle istituzioni, ma non ci sentiamo di indicarlo come cittadino modello.

La stessa democrazia non è un feticcio da adorare in maniera totale: noi parliamo spesso della pancia del paese che non viene ascoltata, ma se nel 1933 l’élite della Germania fosse stata più pronta adesso non ci sarebbe il Giorno della Memoria. Poi sul sussidiario e purtroppo anche su libri per cicli di studi più avanzati, si legge di un manipolo di criminali che teneva in ostaggio un paese di brave persone, ma la memoria dovrebbe essere che i primi criminali potenziali siamo noi.

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