PSG, meglio i gay o i musulmani?

20 Maggio 2022 di Indiscreto

Meglio i gay o i musulmani? Il caso di Idrissa Gueye, il centrocampista del PSG che si è rifiutato di giocare per non dover indossare una maglia contro le discriminazioni di genere, è di quelli che possono far nascere un cortocircuito nella testa di molti, a prescindere dalle opinioni politiche. Il giocatore senegalese è musulmano, come quasi tutti i senegalesi, e voleva nascondersi dietro ad un infortunio diplomatico, ma Pochettino dopo la partita di Montpellier ha spiegato che la sua era una scelta personale, nessun infortunio.

Polemiche in Francia ma anche in Senegal, dove il presidente ha detto che le convinzioni religiose devono essere rispettate, più o meno ciò che ha affermato Koulibaly. Silenzio imbarazzato del PSG, visto che in Qatar l’omosessualità è illegale (come del resto in Senegal) ed è punita con il carcere fino a 7 anni, ma anche in generale del mondo del calcio che non sa più come gestire la propria ipocrisia: non esistono valori condivisi, ma solo i propri valori, che possono essere più o meno diffusi a seconda del territorio e della cultura. Ma certo non sono valori assoluti.

La risposta alla nostra domanda ha per noi una logica semplice: in un contesto di gay puoi tranquillamente essere musulmano, ma in un contesto di musulmani non puoi essere gay. Quindi meglio gay che musulmani. Compito del governo di un paese occidentale, qualsiasi cosa voglia dire (fra un po’ nella NATO entrerà l’Iran), dovrebbe quindi essere quello di limitare al massimo la diffusione dell’Islam (peraltro già un po’ accade, come per i nuovi stadi), senza nascondersi vilmente dietro alla libertà di culto. Se ci fosse una religione che porta a lapidare i senegalesi, invece dei gay, dovremmo rispettarla? Curiosi comunque di vedere come ne uscirà il PSG.

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