Paris Saint-Germain, la faccia simpatica dell’Islam

14 Novembre 2015 di Stefano Olivari

Il terrorismo islamico che sta sconvolgendo Parigi e il mondo occidentale non ci ha trasformato in analisti di politica internazionale, quindi ci limitiamo a ricordare quanto si sta muovendo intorno al calcio e allo sport, sia come strumenti di consenso sia come teatri per manifestare in maniera violenta la propria forza. L’esplosione sentita al 17′ di Francia-Germania, la prima di quelle avvenute allo Stade de France e dintorni, rappresenta senza dubbio un punto di non ritorno. Perché al di là di tutte le misure di sicurezza, non soltanto in Francia, gli stadi e gli impianti sportivi rimangono facilmente colpibili sia da strutture organizzate che da attentatori isolati, a maggior ragione quando questi cercano il martirio e non hanno bisogno di crearsi vie di fuga. Il valore simbolico del calcio è altissimo, niente nel ‘nostro’ mondo riesce a unire nello stesso luogo con continuità decine di migliaia di persone, il messaggio è quindi chiarissimo. Ed il fatto che sia arrivato in uno stadio dove nel recente passato la nazionale francese è stata fischiata da francesi di seconda o terza generazione, non perché giocasse male ma perché rappresentava la Francia, rende inutili troppe spiegazioni. Continua sul Guerin Sportivo. 

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