Parenti e affini

3 Maggio 2020 di Indiscreto

Da domani, lunedì 4 maggio, ci si potrà spostare all’interno della regione di residenza per fare visita agli ormai leggendari ‘congiunti’. Una lista che secondo l’ultima interpretazione fornita dal Governo è diventata quasi infinita: marito e moglie, partner di unioni civili, conviventi, persone legate da uno stabile legame affettivo, parenti finto al sesto grado e affini fino al quarto. Ma chi sono parenti e affini? E come si calcola il loro grado?

La differenza fra parenti e affini è molto semplice. Nostro parente è chi discende dal nostro stesso stipite, cioè dalla stessa persona o dalle stesse persone. Quindi genitori, nonni, bisnonni, trisnonni, eccetera. La parentela può essere in linea retta (quindi i nostri genitori, nonni, bisnonni) e collaterale (fratelli, cugini, zii, nipoti). Gli affini sono invece i parenti di nostra moglie o nostro marito, quindi tutti quelli che discendono da suoi genitori, nonni e così via. Il caso più ovvio è quello di fratelli e sorelle (parenti) che si trasformano in cognati (affini), ma ce ne sono tanti altri.

E il grado? Calcolo semplice per i parenti in linea retta: il rapporto fra padre e figlio è di primo grado, quello fra nonno e nipote di secondo e così via. Meno intuitivo ma comunque semplice il calcolo per i parenti in via collaterale: la regola è che si risale allo stipite comune e poi si scende. In altre parole, nostra sorella ci è parente di secondo grado, mentre nostra madre lo è di primo. E nostra cugina, figlia del fratello della mamma (nostro zio, insomma)? Lo stipite comune è uno dei nonni: due gradi ascendenti per arrivare a loro e due discendenti per arrivare alla cugina, che quindi è nostra parente di quarto grado. Per gli affini si ragiona allo stesso modo, visto che in un certo senso facciamo nostri i gradi di parentela del coniuge. Suo padre è nostro affine di primo grado, suo cugino affine di quarto grado.

Tornando all’attualità del governo Conte, il limite del sesto grado di parentela vuole dire che potremo fare visita a una persona con cui abbiamo una bisnonna in comune (tre gradi a salire e tre a scendere) oppure ai cugini di nostra moglie. Assurdo che queste persone, che magari non abbiamo mai visto una volta nella vita, valgano più dei nostri amici, a meno che il senso della regola sia che non esista più alcuna regola, demandando tutto al buon senso e alla paurosità degli italiani.

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