Anni Ottanta
Paolo Rossi alla Juventus
Stefano Olivari 31/03/2021
Paolo Rossi alla Juventus: accadde il 31 marzo del 1981, 40 anni fa, proprio in mezzo ai due anni di squalifica per il calcioscommesse. Nel tardo pomeriggio il Vicenza, dove Rossi era formalmente tornato dopo il prestito al Perugia, ufficializzò la cessione, che per Giussy Farina fu dolorosa ma sul piano finanziario tutt’altro che una sconfitta. La Juventus infatti per riprendersi Rossi mise sul piatto 3 miliardi di lire, all’epoca record assoluto per il calcio italiano, 388 milioni in più di quanto nel 1978 Farina avesse messo nella busta (contro gli 875 milioni di Boniperti) per risolvere la comproprietà.
A quei soldi da aggiungere il prestito di Barbagli più tre comproprietà (Carraro, Marangon II, ci piace scrivere Marangon II e non Fabio, e Antelmi). Certo guardando alla valutazione complessiva Rossi aveva perso un po’ di valore, ma considerando i soldi presi dal Perugia (mezzo miliardo) e il fatto che in origine La metà di Rossi fosse costata 90 milioni alla fine Farina aveva limitato i danni, anche se l’epopea di quel Vicenza, in B e sulla strada per la C, era da considerarsi finita. Per Rossi un ritorno, a dieci anni da quando Allodi lo aveva acquistato quindicenne per il settore giovanile bianconero e a due dai vari grandi rifiuti, al Napoli quello più famoso.
Nei giorni seguenti ovviamente Farina fece la parte della vittima del sistema, anche fondata come fondata sarebbe stata 5 anni più tardi con l’operazione Berlusconi-Milan, e dispensò rivelazioni di ogni tipo: dalla Juventus che aveva in mano già la certezza della riduzione della squalifica di Rossi (invece sarebbe rientrato poco prima del Mondiale, come previsto) a Carraro che aveva finto indignazione per le cifre di Rossi fino all’Inter che nel 1980, a Rossi appena squalificato, stava per prenderlo per 2 miliardi più Ambu prima che Fraizzoli rinunciasse ad un giocatore che comunque non avrebbe avuto disponibile per due stagioni.
Paolo Rossi to Juventus: it happened on March 31, 1981, 30 years ago, right in the middle of his two-year disqualification for soccer betting. In the late afternoon Vicenza, where Rossi had formally returned after his loan to Perugia, made the sale official, which for Giussy Farina was painful but on a financial level anything but a defeat. In fact, Juventus, in order to get Rossi back, put 3 billion lire on the table, an absolute record for Italian soccer at the time, 388 millions more than what Farina had put in the envelope in 1978 (against Boniperti’s 875 million) to resolve the co-ownership.
To that money to be added the loan of Barbagli plus three co-ownerships (Carraro, Marangon II, we like to write Marangon II and not Fabio, and Antelmi). Of course, looking at the overall evaluation, Rossi had lost a little value, but considering the money taken from Perugia (half a billion) and the fact that originally half of Rossi had cost 90 million at the end Farina had limited the damages, even if the epic of that Vicenza, in B and on the road to C, was to be considered finished. For Rossi, it was a comeback, ten years after Allodi had bought him at the age of fifteen for the Juvenile sector of Juventus and two years after the various great rejections, the most famous being at Napoli.
In the following days, obviously Farina played the part of the victim of the system, even as well-founded as it would have been 5 years later with the Berlusconi-Milan operation, and dispensed revelations of every kind: from Juventus who already had in hand the certainty of the reduction of Rossi’s disqualification (instead he would have returned just before the World Cup, as expected) to Carraro who had feigned indignation for Rossi’s figures up to Inter who in 1980, with Rossi just disqualified, was about to take him for 2 billions plus Ambu before Fraizzoli gave up on a player who in any case would not have been available for two seasons.