Olimpiadi senza boxe ma con lo skateboard

10 Dicembre 2021 di Stefano Olivari

Da Los Angeles 2028 spariranno dal programma olimpico tre discipline storiche come boxe, pentathlon moderno e sollevamento pesi, per fare posto a skateboard, surf e arrampicata sportiva. Lo ha anticipato non uno del bar ma il presidente del CIO Thomas Bach, in attesa di altre possibili clamorose uscite di scena: se il Mondiale diventasse biennale, come vogliono Infantino e Wenger, cosa significherebbe il già poco significativo calcio olimpico?

Smarchiamoci subito dal ‘Signora mia che tempi’. Il pugilato dilettantistico, magari ne parlerà anche Glezos nella sua rubrica del lunedì, è lo sport con i giudici peggiori dopo la ginnastica ritmica ed in ogni caso non ha senso se non si possono schierare i migliori, cioè i professionisti (quelli veri, non quelli di Stato). Il sollevamento pesi è inguardabile e troppo a rischio doping. Il pentathlon moderno è la nicchia della nicchia della nicchia, un torneino anacronistico per militari.

Al di là dei gusti, visto che noi amiamo la boxe, non è che siano stati eliminati sport ‘veri’ e promossi sport ‘finti’. Tutti gli sport sono stati a loro tempo una novità, sbeffeggiata da chi gli contrapponeva sport veri praticati da uomini veri. Non siamo così vecchi, dovremmo avere 130 anni, per ricordare cosa si diceva dei ciclisti, ma lo siamo abbastanza per ricordare fischi e insulti a chi correva per la strada.

Disprezziamo sopra ogni altra cosa sportiva il padel, ma ammettiamo che abbia un futuro olimpico più roseo di quello della scherma. Insomma, il mondo non può essere un museo. E poi magari nel 2028 quel che resta (abbiamo firmato per l’espianto degli organi) di noi nemmeno ci sarà: perché imporre ai giovani i nostri gusti?

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