logo

Ciclismo

Nuovo ciclismo e vecchio giornalismo

Simone Basso 17/03/2015

article-post

Vorremmo sorprendervi con effetti speciali sulla Sanremo, ma stavolta – malgrado il Poggio sia vicino – affronteremo la vigilia della Classicissima dei Fiori da una prospettiva differente. Perchè, al di là del Giro d’Italia, icona popolare che va oltre il ciclismo e lo sport, il movimento tricolore ha già messo sul tavolo gli assi pigliatutto. Le Strade Bianche e la Tirreno-Adriatico, a dispetto dei santi, sono le corse più belle (valore tecnico e scenario complessivo) del Bel Paese pro. La creatura di Broggi, propaggine extralusso de L’Eroica, non ha paragoni nemmeno nel Nord Europa; difatti, in un decennio scarso, è diventata una preda ambita dai Grandi. Cancellara, Gilbert, Kwiatkowski, Stybar… Il panorama mozzafiato del Chianti, il percorso selettivo (sterrati e rampe), la bellezza medievale, mai banale, di Siena. Un gioiello che riempie gli occhi e che indica la strada per il futuro prossimo.

La Corsa dei Due Mari ha invece stracciato la concorrenza della Parigi-Nizza: unico confronto RCS-ASO nel quale la Rosea prevalga e non di poco. “Quando ho visto che i Fantastici Quattro (Nibali, Contador, Froome e Quintana n.d.r.) andavano là, la prima cosa che ho detto è stata merda…”. Parole di Christian Prudhomme, patron della Grande Boucle. La varietà dei tracciati, che accontentano tutti (tappisti e classicomani), si accompagna a una partecipazione sontuosa e a una data più vicina al prologo della Sanremo. A rimarcare ulteriormente i disagi della Paris-Nice, scomoda e infida, i quarantacinque ritirati nella penultima frazione verso Nizza, nel cosiddetto tappone. La Tirreno è uno spettacolo: arrivi come quello di Arezzo, davanti alla Cattedrale di San Donato, alla stregua del traguardo delle Strade Bianche in Piazza del Campo, uniscono la cifra agonistica con l’immagine turistica e culturale dei luoghi.

Due pallini, slegati ma non troppo, per chiudere in bellezza. All’ultima Vuelta, gara di scorta (…) per eccellenza, scrivemmo che la caduta di Nairo Quintana aveva falsato le prospettive tattiche del confronto. Vedendo il Condor verso il Terminillo, nella bufera, riformuliamo il concetto: non capiamo perchè Nibali, al contrario di Contador, abbia impostato il 2015 solo sul Tour. Vabbè il caos e il pavè della prima settimana, ma in una Festa di Luglio del genere, col finale zeppo di salite, la maglia rosa 2014 e Froome dove li stacchi? Quintana, testa a testa su pendii che permettono rapporti medio-lunghi, piano piano ti corca: ha il cambio di ritmo, non lo scatto (che presuppone un’andatura controllata), per stroncare la concorrenza. L’unico con quelle caratteristiche, ma un approccio tecnico opposto, è il keniano bianco; uno che frulla il rapportino a velocità impossibili per gli altri.

Epilogo classico di una Parigi-Nizza, tosta, sul Col d’Eze: cronoscalata che, dal 1968 con alterne fortune, ha visto il meglio di sempre (Merckx, Poulidor, Zoetemelk, Kelly, Roche, Rominger, Bernard, Wiggins..) sul suo tracciato. Domenica ha stravinto un eccellente Richie Porte. Annotiamo la trentacinquesima e la trentaseiesima posizione, a nemmeno due minuti, di una coppia di velocisti “resistenti”: Alexander Kristoff e Lars Boom. Attenti, non solo in prospettiva Via Roma, ai due energumeni.

Simone Basso, in esclusiva per Indiscreto

Potrebbe interessarti anche

  • preview
  • preview

    Pogacar o Pantani?

    Credete nel ciclismo di Tadej Pogacar? Nei giorni in cui si riapre l’inchiesta su quanto accaduto a Madonna di Campiglio contro Pantani, l’episodio simbolo degli anni Novanta, è una domanda che il pubblico generalista pone a quelli della parrocchietta ciclistica, che dai tempi di Girardengo (forse anche da prima, ma nostro nonno, classe 1901, tifava […]

  • preview

    Italiani al Tour de France

    Il Tour de France parte oggi da Firenze, con Pogacar grande favorito e l’incognita sulle condizioni di Vingegaard, e con un numero di italiani in gara, 8, in linea con i tempi recenti ma che ricorda anche moltissimo il ciclismo degli anni Ottanta. Poi le ragioni sono diverse: oggi la scarsa partecipazione italiana è figlia […]

  • preview

    Il ciclismo è lo sport più pericoloso?

    Il ciclismo è lo sport più pericoloso del mondo? Intendiamo il ciclismo inteso come sport, quindi senza contare gli incidenti che avvengono nella vita quotidiana sulle strade. Non ci ricordiamo infatti una stagione in cui così tanti pesi massimi (Vingegaard, Evenepoel, Roglic, Van Aert) sono stati vittime di cadute rovinose, come stop che condizioneranno il […]

  • preview

    Perché la Milano-Sanremo parte da Pavia?

    Perché la Milano-Sanremo 2024, il prossimo 16 marzo, partirà da Pavia? È ovviamente una domanda retorica: Pavia ha pagato la RCS Sport, cioè Urbano Cairo, Milano no o comunque avrebbe offerto di meno. Certo sembra assurdo che in una classica monumento la partenza e l’arrivo siano oggetto di discussione: che classica è, allora? Ma non […]

  • preview

    Crediamo in Vingegaard?

    Credete nel ciclismo di Jonas Vingegaard? Ma potremmo dire anche in quello di Tadej Pogacar, ieri crollato ma sempre mostruoso e in tante situazioni diverse. Il danese della Jumbo-Visma, che ha 7’35” di vantaggio sullo sloveno nella classifica generale, e più di 10 minuti su tutti gli altri, si sta avviando a vincere il suo […]

  • preview

    Moser o Saronni?

    Francesco Moser o Beppe Saronni? Un Di qua o di là che avevano già proposto su Indiscreto ma che ricicliamo visto che negli ultimi giorni con due cazzute interviste al Corriere della Sera i due grandi del ciclismo italiani anni Settanta e Ottanta hanno riaperto vecchie polemiche su vari temi, primo fra tutti la genuinità […]

  • preview

    Giro d’Italia per vecchi

    Non abbiamo visto nemmeno un minuto del Giro d’Italia 2022, finito domenica scorsa con la vittoria di Jai Hindley, e non abbiamo sentito nessuno parlarne nemmeno a livello di bar. Quindi non sappiamo se sia stato un bel Giro, al di là di ciò che si legge: i giornalisti che seguono il ciclismo, anche quelli […]

  • preview

    Il cuore di Colbrelli ed Eriksen

    Il paragone fra il caso di Sonny Colbrelli e quello di Christian Eriksen è scontato, non fosse altro che per il defibrillatore sottocutaneo che permette di riprendere l’attività sportiva ma non di fare agonismo in Italia. Certo nel ciclismo recente, considerando il minor numero di professionisti rispetto al calcio, i problemi cardiaci di vario tipo […]

  • preview

    L’ora di Moser

    Una fra le imprese più datate dello sport italiano, nel senso che può essere compresa soltanto ricordando lo spirito dell’epoca, è senz’altro il record dell’ora che Francesco Moser stabilì a Città del Messico il 19 gennaio 1984, esattamente 38 anni fa, sotto gli occhi di Alfredo Martini ed Enzo Bearzot. Il vincitore di tre Roubaix, […]