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Noi due, Gigi D’Alessio senza pregiudizi

Paolo Morati 18/10/2019

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Cosa c’entra Gigi D’Alessio con George Michael? Niente, ma Listen without prejudice è il titolo di uno storico album di George Michael che invitava ad ascoltarlo, appunto, senza pregiudizi andando oltre l’immagine. Ecco, Gigi D’Alessio in Italia è proprio uno di quegli artisti che nonostante una carriera coerente e consolidata, e un ottimo successo in varie epoche, ha avuto difficoltà ad affrancarsi dal pregiudizio di una certa fascia di pubblico.

Quante volte abbiamo sentito dire infatti con tono canzonatorio “Ascolta musica alla Gigi D’Alessio” come riferimento a un tipo di proposta considerato sdolcinato, con radici neomelodiche, al quale ci si può avvicinare solo in privato perché inaccettabile da chi si nutre di rock e sudore. Ma non divaghiamo sul facile coinvolgimento con un paio di schitarrate, e veniamo al punto. 

Oggi è uscito il nuovo album del cantautore napoletano, intitolato Noi due ed è giusto parlarne e invitare ad ascoltarlo. Senza pregiudizi, appunto. Un album che strizza sì in alcuni passaggi l’occhio alle mode del momento (il brano di apertura Domani vedrai, con tanto di auto tune, sembra pensato apposta per radio e streaming, e lo stesso vale per le contaminazioni con Emis Killa in La Milano da bere e la già nota Quanto amore si dà con Guè Pequeno), ma che mantiene anche bene al centro il linguaggio compositivo caratteristico di D’Alessio.

Lo ammettiamo, essendo noi inguaribili romantici: non ci vergogneremo certo ad avere in playlist brani come Una bellissima storia d’amore (che cresce alla distanza e merita di diventare un classico come Non dirgli mai, qui riletta in modo sontuoso) o i duetti con Giusy Ferreri (Non solo parole, il giusto equilibrio negli arrangiamenti tra antico e moderno. Nota: la Ferreri per noi bravissima, un peccato sentirla nei tormentoni estivi…) e Fiorella Mannoia (L’ammore).

Ma in tutto questo il discorso più ampio che va fatto su Gigi D’Alessio (sdoganato come personaggio anche dalla sua recente partecipazione a The Voice in veste di giudice) è che stiamo scrivendo di un musicista preparato, che non lascia nulla al caso quando compone e suona.

Ecco che Gigi D’Alessio noi lo immaginiamo ragionare con la testa al pianoforte e non al computer, all’orchestra anziché ai campionamenti, mentre immagina canzoni come Cosa vorresti davvero. Che di questi tempi è un grande pregio al di là dei gusti di ciascuno. Insomma non sarà obbligatorio farselo piacere, ma è bene conoscerlo.

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