Nessuno tifa Djokovic

2 Febbraio 2020 di Stefano Olivari

Novak Djokovic ha battuto 6-4 4-6 2-6 6-3 6-4 Dominic Thiem nella finale degli Australian Open e spendere 4 ore della nostra vita insieme a due campioni è sempre per noi emozionante. Non stiamo a raccontare una partita che tutti gli appassionati di tennis hanno visto e di cui al pubblico generalista frega poco, salvo poi insorgere se in caso di morte di Djokovic in elicottero non gli venissero dedicate tutte le prime pagine.

Non è la prima volta in cui Djokovic riesce a portare a casa una partita in cui sembrava sotterrato dall’avversario, non è la prima volta in cui Thiem gioca alla pari e anche oltre con uno dei tre monumenti viventi del tennis, tre fenomeni che tutti abbiamo avuto la fortuna di vedere al massimo in momenti relativamente vicini.

Non sarà l’ultima volta, nonostante il diciassettesimo Slam, l’ottavo a Melbourne, in cui un trionfo di Djokovic verrà accolto da una generale indifferenza tranne che in Serbia e in qualche sacca di tifo hipster, tipo uno di Vimodrone che soffre per il Burnley o uno di Foggia che sa a memoria le advanced stats dei T-Wolves.

Perché Djokovic non suscita sentimenti forti in chi segue il tennis, né pro né tutto sommato nemmeno contro, tranne quando gioca contro Federer e Nadal? Qualcuno l’ha spiegata con il fatto che la Serbia non sia un grande mercato, come se la Svezia di Borg, la Romania di Nastase o la Cecoslovacchia di Lendl lo fossero. Di sicuro questa considerazione è stata decisiva nella collaborazione con Becker, terminata a fine 2016 dopo tanti Slam (6) vinti, pur senza un vero apporto tecnico del tedesco.

Sì, scriviamo sempre le stesse cose. Ma non è che il gradimento di Djokovic sia molto aumentato, da quando nella testa di tanti ha tolto a Federer un’uscita di scena trionfale a Wimbledon. E non è colpa nostra se tutti ritengano che la rivalità sia Federer-Nadal, nonostante sia lo svizzero sia lo spagnolo ritengano Djokovic il loro vero rivale.

Forse Djokovic è quello dei tre grandi a sembrare psicologicamente più simile a una persona normale, bisognosa di consenso e approvazione, anche se ovviamente non ha nulla in comune (come l’istrione di Aznavour) con noi e non è meno ossessionato dal tennis di Nadal e Federer.

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