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Basket

Nave senza Banchi

Oscar Eleni 09/12/2024

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Oscar Eleni in ginocchio nel monastero greco di Meteora, colonne di rocce immerse nell’aria, cercando di accarezzare il tuatara neozelandese con tre occhi che fa ancora all’amore pur avendo 130 anni, rettile feroce, ma anche simpatico. Misteri della fede e della natura nei giorni dove si respira peggio, dove Milano sembra avvelenata e il povero Sant’Ambrogio non riesce a salvare proprio tutti. Cominciando dai milanisti e dai tifosi dell’Armani che avevano abbracciato il loro grande guerriero Kenney ringraziandolo perchè ancora manda gli auguri nel giorno del patrono.

Fine settimana con caloriferi che non scaldano sotto la Madonnina, almeno una parte della città e quelli dell’Olimpia non potranno prendersela neppure con gli arbitri come ha fatto Fonseca perché Messina sa benissimo di  averle prese da una Virtus che  ha messo il dito nella solita piaga, saltando più del belga di Gasperini, dominando a rimbalzo, mandando in corto circuito i presunti registi di Ettorre che almeno si consolerà sapendo di essere tornato nelle grazie del popolo virtussino che già gli deve gloria eterna. Ma questa resurrezione nella settimana del disastro, delle dimissioni, dei veleni, vale molto di più perché  lasciareindietro di due partite i campioni voler dire anche avere il fattore campo quando si deciderà lo scudetto. Milano senza gambe, con grinta da apericena, Bologna con squadra ritrovata facendo blocco dietro al grande georgiano, ascoltando la voce dei nuovi padroni che parlano bene la lingua del basket imparata ai tempi in cui la scuola jugoslava era davvero imperante.

Giornate infernali per chi non crede agli sconti, per chi sa benissimo che le luminarie e l’aria di festa non impediscono ai malvagi di continuare ad esserlo come quelli che a San Donato hanno rubato tutto quello che c’era sul pullman delle campionesse  nel calcio a cinque del Bitonto rimaste senza divise di gioco e documenti.  Imprecazioni e paragoni. Certo che va tutto  a rovescio se invece della pace si preferisce finanziare qualsiasi tipo di guerra confondendosi sulla droga anche se  curativa o leggera. Applaudire e stringere mani come hanno fatto al palazzo acca del CONI nel giorno in cui hanno provato ad urlare, ancora una volta, che lo sport è lo strumento  fondamentale per l’inclusione, ma andateglielo a dire a chi scherza con le canne e salta sulla sedia se legge un titolo dove nella partitissima della pallavolo femminile si  urla che le protagoniste sono state Antropova per Scandicci ed Egonu per Milano, due pilastri della nazionale italiana di pallavolo che ha vinto l’oro a Parigi.

Al generale non far sapere che Nadia Battocletti ha vinto anche l’europeo di cross nei boschi turchi di Antalya ringraziando il padre allenatore, ex fondista di qualità, ma anche la madre nata in Marocco. Non ditegli che nella bella staffetta mista per il cross europeo con Arese, Parolini e Zenoni c’era anche la Vissa ragazza con origini africane che studia negli Stati Uniti, così come Nadia è stata la capitana per l’oro di squadra, con lo stesso sorriso del Crippa  d’argento nato in Africa ma adottato in Italia a cresciuto nel Trentino, portato ai vertici dalla scuola atletica italiana. Potremmo andare avanti a raccontarle queste meravigliose storie di inclusione adesso che il nuoto per il prossimo Mondiale in vasca corta che si apre domani in Ungheria punterà forte sulla Curtis, talento straordinario che secondo i manuali dello sconforto non avrebbe proprio le caratteristica dell’itala gente, quella che emigrava per povertà alla fine delle guerre maledette, quella che ha conosciuto mondi inseminanti diversi, gente che arrivava da lontano e pregava altri dei. Sport e scuola devono essere inclusivi, respingendo chi vorrebbe classi separate, spogliatoi diversi, chi predica bene e poi razzola malissimo, un po’ come quei campioni che un giorno si fanno applaudire e l’altro maledire. Chiedere all’Emporio Armani per capire, ma anche al bar dove servono caffè Segafredo che va di traverso in settimana e diventa  felicità alla domenica.

Giornate al gelo dove il derby femminile di calcio si gioca finalmente a San Siro, monumento  che rischia sempre l’estinzione se i padroni di oggi vedono l’affare altrove, fra Sesto e San Donato, anche se per quel pareggio c’erano meno di tremila spettatori. Leão, ad esempio, invece di andare allo stadio ha preferito il Forum dove gli armanisti sul campo hanno cercato di imitarlo nei giorni in cui passeggia e dimentica di mostrare il suo grandissimo talento. Il tuatara inquieto che cerca la preda, rettile fecondo, ci chiede di lasciar perdere con i messaggi alla Nazione, tanto le cose non cambieranno molto nello sport inclusivo dove gli arbitri di qualsiasi sport vengono insultati, picchiati, con una crisi delle vocazioni che al momento rende difficile trovare martiri per tutte le partite di calcio che si organizzano cominciando sulle Alpi e finendo nelle Isole  passando per le montagne e arrivando fino al tacco dello stivale. Inclusivi a parole, ma poi se al sondaggio per la ricerca voti si scopre che serve alzare muri, chiudere frontiere, lasciar affogare, allora tutto tornerà come prima.

Andiamo con le pagelle per la decima del basket che fa entrare dalla porta trionfale la squadra di Trento prima in classifica. Ancora imbattuta pur spendendo energie e perdendo partite nel torneo europeo dove al momento soltanto Milano sembra sorridere dopo aver pianto a lungo. Trento scatenata oltre i 100 punti sul campo di Scafati dove pensavano davvero di nascondere  la debolezza della squadra cacciando l’allenatore.

In settimana c’erano state anche le dimissioni di Luca BANCHI dalla Virtus circondata da troppa negatività. Gentiluomo fino alla fine e nessun giocatore, anche chi  mandava avanti la moglie per  far sapere che il vero Clyburn non era quello allenato dal signore di Grosseto, ha detto qualcosa contro di lui, anzi, i veterani hanno cercato  di trattenerlo mentre in società friggevano e qualcuno, con grande senso dell’umorismo, piagnucolava dicendo che il capitano non abbandona mai la nave. Vero. Ma se gli dai una nave e non un moscone. Pagelle per ballare con stelle che brillano soltanto in una Lega dove il giocatore di scuola italiana continua ad essere una rarità e nei quintetti base si va spesso sul dieci stranieri dieci.

10 A Luca BANCHI che ha preferito farsi da parte senza pretendere rinforzi, ne aveva bisogno, senza lamentarsi per una squadra nata settimina, convinto che la negatività intorno al gruppo potesse anche essere colpa sua. Lo aveva già fatto a Torino, la sua storia racconta di un uomo verticale che non ha mai cercato scuse anche dove non lo ascoltavano.

9  Alla coppia trevigiana BOWMAN e MASCOLO che ha dato sul campo di Tortona una grande vittoria al VITUCCI che brindava dopo 400 partite come allenatore in serie A. TREVISO che ora cammina fra le probabili 8 per la Coppa Italia e non sentirà più il peso di condividere il PalaVerde con le campionesse della pallavolo di Conegliano, gemma dello sport nazionale, società che dovrebbe ispirare anche molti di quelli che nel basket squittiscono parlando a vanvera.

8 Al POETA che ha incantato anche Trieste con questa BRESCIA che ha gli stessi punti della VIRTUS, con una squadra che sa attaccare, ma trova la sua forza  anche in difesa. Allievo che ha imparato.

7 Alla nuova SASSARI che fa sorridere SARDARA perché il MARKOVIC che sbanca il Taliercio e manda fuori di testa la REYER ha fatto davvero un gran lavoro e può ancora sperare  di entrare fra le 8  in coppa a Torino. Felici se VERONESI sarà ancora in quintetto.

6 A CREMONA per aver finalmente trovato una notte magica dopo aver mangiato rospi in troppe partite dove  riceveva complimenti, ma poi perdeva. CAVINA il coraggioso che manda all’inferno una VARESE che ha deciso di  rovinare le feste a BULGHERONI e al loZANATTA che da tempo vede nero.

5 Alla TRIESTE che dopo la grande partenza sembra aver perso, oltre ai giocatori infortunati, quell’entusiasmo che ci sbalordiva anche più della TRAPANI che adesso è un falco pronto a mangiare il fegato di chi non credeva alle previsioni europee del presidente Antonini, sottovalutando Repesa.

4 Alla REYER che speravamo di aver ritrovato a SALONICCO e che invece è tornata a farsi del male nella sua casa al Taliercio. Capiamo il nervosismo di SPAHIJA soprattutto quando ci sembra che gli arbitri dovrebbero tollerare l’allenatore che invece di sparare ai propri giocatori se la prende con loro.

3 A POZZECCO, augurandogli buon Natale sui campi di basket e non di padel, se alla sosta del campionato  non organizzerà un raduno per arbitri allenatori, capitani, per chiarire questa storia dei blocchi in movimento. Troppe recite.

2 A NAPOLI dove sembra che tutto debba andare male e lo zero in classifica sia davvero un bel macigno. Certo adesso servirebbe aiutare VALLI e, soprattutto, dare un senso alla squadra.

1 A Dusko IVANOVIC se non dirà a tutti che la vittoria di Milano è proprio del suo ex assistente JAKOVLJEVIC fedele collaboratore del BANCHI salutato  con stima ed affetto come deve fare una persona leale che sa come stanno veramente le cose. Spesso la gente dimentica, come a scuola al cambio d’insegnante c’è l’asino di turno che  per nascondere l’ignoranza dice che con quello di prima non riusciva a studiare e migliorare.

0 Al BARALDI che sicuramente ha fatto grandi cose per  ZANETTI, nelle società dove ha lavorato, per questa VIRTUS senza un centro di gravità, perché quando rimprovera a BANCHI di essere stato un capitano in fuga dalla nave si è dimenticato di chiarire che né lui né RONCI hanno dato all’allenatore una nave, perché questa VIRTUS  sembra più che altro una barchetta anche se vincere a Milano direbbe il contrario.

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