Attualità

Natale senza cinema e senza tempo delle mele

Indiscreto 25/12/2020

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Quello del 2020 sarà il primo Natale senza cinema, inteso come cinema nelle sale. Una cosa mai accaduta, forse nemmeno durante la Seconda Guerra Mondiale quando del resto si andava a scuola regolarmente, sia nell’Italia liberata sia nella Repubblica di Salò (abbiamo le pagelle dei nostri genitori). La morte di un grande attore come Claude Brasseur ci dà lo spunto per riflettere su questa ennesima scelta al ribasso dei governi di mezzo mondo secondo la logica animalesca, ma spacciata per razionale, che in fondo si possa fare a meno di tutto. Battiato aveva capito: “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata. A Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie…”.

Non è che abbiamo mai atteso il Natale per andare al cinema, ma è vero che nei giorni intorno al Natale ci siamo andati sempre più che in altri periodi, perché anche un film così così crea discussioni più interessanti rispetto a quanta besciamella usare per i cannelloni. E visto che stiamo parlando di Brasseur, che per noi italiani anziani è stato soprattutto Vidocq, è impossibile non parlare del Natale 1981 quando al cinema Arlecchino di via San Pietro all’Orto (a pochi metri dagli uffici della Saras dei Moratti, oltre che delle loro case tranne quella di Massimo) vedemmo per la prima volta il Tempo delle Mele, in cui appunto Brasseur era il padre di Vic, una Sophie Marceau semplicemente favolosa.

Del Tempo delle Mele abbiamo scritto in tante occasioni, ora ci piace ricordare che quel film lo avremmo rivisto altre volte, da così tanto che ci era piaciuto, anche poche settimane dopo allo Zenit di piazza Piemonte, una sala di quella che si definivano di seconda visione: oggi defunto, il nostro amato Zenit, con l’edificio sede di una Feltrinelli, dopo esserlo stato per molti anni di Telenova (oltre lo sballo i collegamenti di Maurizio Mosca dell’edicola anch’essa defunta vicina alla fermata del 24, oggi 16, lì sotto). Fra l’altro quella rimane l’unica volta in vita nostra in cui abbiamo guardato un film in piedi, visto che erano stati venduti più biglietti della capienza e che le norme di sicurezza erano un’opinione. Il film di Natale che più ci è rimasto nel cuore e ci dispiace che gli adolescenti di oggi non possano vivere il loro tempo delle mele, ovviamente con altri film, altre canzoni, altri attori.

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