Natale nelle Blogosfere

19 Dicembre 2012 di Marco Lombardo

I lettori di Indiscreto si chiedono da tempo come mai il nostro titubante Direttore non abbia voglia e tempo di far fruttare questo sito, di fare insomma l’editore puro. Loro, i nostri lettori (lo dico da contributor e da amico del Direttore) hanno sentito dire un milione di volte che la carta stampata è morta e che i new media sono invece il futuro, per cui giustamente non si capacitano del fatto che il Direttore e noi contributor non molliamo tutto per vivere finalmente di una cosa nostra – Indiscreto appunto -, l’unica probabilmente per cui valga la pena ormai fare questo mestiere, invece di arrivare alla fine del mese grazie a contratti o collaborazioni con quel che rimane dei media tradizionali.

Ecco, cari lettori: lo faremmo volentieri. Invece di cercare affiliazioni (benemerite s’intende, visto che ci danno la loro fiducia nonché  una percentuale sulle vendite) per coprire i costi, potremmo tranquillamente fare come siti ben più importanti lanciati nel magico mondo dell’editoria 3.0. O magari anche come celebri aggregatori di blog, diventati ormai la nuova frontiera del giornalismo che conta. Ad esempio Blogosfere: l’avete già sentito no? Un sistema perfetto in un mondo perfetto, dove tutti i collaboratori – firmato il contratto – vedono rispettare le regole alla virgola, così come si conviene in aziende del futuro. Così, per dire, è capitato anche a una nostra collaboratrice, che arrotonda sulla carta stampata ma che di blog vive: 900 euro il mese, mica noccioline, per aggiornare quotidianamente e più volte al giorno il suo blog della Grande Federazione. Novecento euro, direte voi, non sono mica poco, ed è vero, anche se – giusto per puntualizzare – anni fa era uno stipendio riservato al praticante di prima nomina quando il costo della vita era un decimo di oggi. Ma tant’è: c’è chi prende molto meno e dunque lei, la collaboratrice bloggista, è una fortunata. Tanto fortunata che, oltre a portare una valanga di pubblicità all’editore, ad un certo punto viene chiamata con la promessa di diventare in qualche modo responsabile del suo settore di competenza. Magari la qualifica non è proprio quella, ma nell’editoria 3.0 c’è sicuramente una cosa equivalente e sicuramente in inglese.

Poi, il giorno dopo (ma il giorno dopo, eh?) capita che l’editore prenda Blogosfere, decida di fonderlo con Blogo (sempre in una maniera futuristica s’intende), assuma un direttore con lo stipendio di giada reduce da fortune televisive e che su Dagospia appaia in tempi brevi la seguente notizia:  “PIROSO RIVOLTA IL BLOGO Da quando è direttore editoriale di Blogo.it , Antonello Piroso ha impresso una svolta alla testata online intervistando Vittorio Sgarbi, Umberto Pizzi e prossimamente Francesco De Gregori”. Caspita, che fortuna: il posto giusto nel momento giusto. Se non fosse che alla futura responsabile del settore di competenza nel frattempo – e oltre a lei anche una quarantina degli ottanta storici blogger con regolare contratto – viene recapitata la seguente mail: “Ciao, come  saprai il gruppo Populis ha da tempo iniziato una ristrutturazione interna e nello specifico  per quanto riguarda Blogosfere, la strategia prevede la rimodulazione delle aree con nuovi assetti. Per questi motivi volevo anticiparti che, con rammarico, riceverai una comunicazione di chiusura della collaborazione con Blogosfere. Ti ringraziamo per la strada percorsa insieme e ti auguriamo un futuro pieno di successi. Blogosfere Staff”. Proprio così: Blogosfere Staff. Specificato allora che di questa storia Piroso non sa sicuramente nulla (fa il direttore editoriale e ha ricevuto regolare offerta che nessuno di noi avrebbe rifiutato) , il vicedirettore dello “staff” – opportunamente interrogato dalla suddetta collaboratrice – ha addotto come causa del licenziamento un “excel” con il quale sono stati fatti dei conti su chi tenere e chi no. E che l’”excel” pare abbia giudicato non sufficienti le centinaia di migliaia di utenti unici del blog della collaboratrice e dei suoi compagni di licenziamento.

Ecco, cari lettori: questo è insomma il Natale dei New Media e la morale è che anche se l’editoria è nuova, gli editori restano vecchi. Non resta dunque che farci gli auguri, di buone feste e non solo. E se mai il Direttore o qualcuno di noi contributor di Indiscreto dovessimo diventare davvero editori (seppur di noi stessi, come scritto nel recente editoriale strappalacrime) aiutateci voi a non diventare come loro. Magari insultandoci, perché in certe situazioni sarebbe davvero il caso di farlo.

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