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Napoletani a Roccaraso

Indiscreto 29/01/2025

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La vicenda di Roccaraso che cerca di respingere le migliaia di napoletani, più o meno sciatori, del genere giornaliero ispirati da offerte low cost viste sugli account social di influencer locali (su tutti la mitologica Rita De Crescenzo), racconta benissimo l’orrore del turismo che non occorre essere Gianni Agnelli per capire. Con le località, a ogni livello, per cui i turisti vanno bene soltanto se rimangono per più giorni e spendono tanto: no ai poveri (e del resto a nessuno piacciono i poveri, prima di tutto ai poveri stessi) e sì alla classe media da spennare, o a quel che ne rimane. E con la citata classe media disposta a sopportare ogni tipo di coda, spesa, maltrattamento, nervosismo dei familiari, in definitiva umiliazione, pur di postare su Instagram una propria foto a Roccaraso. Ma il discorso non cambierebbe nemmeno con St. Moritz.

Classico discorso in cui non si può puntare il ditino snob sugli altri, pensando alla percentuale delle nostre vite passata in coda. Va anche detto che spesso l’alternativa non è una destinazione più intelligente, originale o economica, ma rimanere a casa. Noi personalmente tra fare a pugni per andare a Roccaraso, ma anche ad Aspen, e guardare Empoli-Bologna sul divano votiamo tutta la vita Empoli-Bologna, ma in tanti si sentono sminuiti se non escono e dimostrano di averlo fatto. E senza fare i fenomeni noi stessi ci siamo spesso piegati, per pura pressione social-familiare, a questo meccanismo. Cosa vogliamo dire? Soltanto fissare una profonda riflessione che stiamo facendo ormai da mesi e cioè che lo sci sia tornato ad essere uno sport per ricchi o per montanari, cioè quello che era stato fino agli anni Settanta, alla Valanga Azzurra, alle settimane bianche di massa o quasi, e a tutto il resto.

La stessa Roccaraso è sempre stata una meta per napoletani della classe media (è citata anche in È stata la mano di Dio: lì avevano la loro seconda casa i genitori di Sorrentino), che adesso vede alcuni suoi esponenti fare gite in giornata. Non è una tragedia, ovviamente, ma non si possono togliere dalla testa delle persone quelli che da bambini sembravano diritti acquisiti. Lo skipass giornaliero a Roccaraso costa 60 euro, e ci ricordiamo bene il prezzo del nostro primo Dolomiti Superski, esattamente 40 anni fa: 27.000 lire, che usando il sempre utile convertitore ISTAT sarebbero attualizzati 43,14. Oggi il Dolomiti Superski costa 83… Restringendo il discorso a Roccaraso, già in era Maradona, nel 1985, lo skipass settimanale costava 72.000 lire contro i 328 euro di adesso: attualizzando tutto 115 euro contro 328. E gli alberghi, non solo lì, hanno seguito lo stesso trend. In altre parole, tutto è in termini reali raddoppiato, se non triplicato. Facile dire che si può fare a meno dello sci, visto che si può fare a meno di quasi tutto.

stefano@indiscreto.net

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