Music, da Bonolis orgoglio pop

12 Gennaio 2017 di Indiscreto

Molti presentatori sono migliori delle trasmissioni che conducono, Paolo Bonolis sicuramente è fra questi e la cattiveria con cui sfotte spettatori al di sotto dell’analfabetismo funzionale (Tullio De Mauro indicava una percentuale del 70%, riferendosi agli italiani in generale) indica senz’altro un talento a suo giudizio represso. Va detto poi che gli show della tivù generalista di prima serata, Rai o Mediaset che siano (le tivù locali sono purtroppo morte), sembrano scritti per un pubblico troppo ignorante per essere vero, senza dare a questa impressione un colore politico come spesso si fa quando vince la parte politica a noi avversa: 51-49 è America xenofoba e retrograda, 49-51 America progressista e liberale? Sia come sia, erano anni che non riuscivamo a rimanere per più di cinque minuti su Canale 5 alle nove e mezzo di sera, ma con Music ci siamo riusciti. Il labile filo conduttore (gli ospiti devono indicare la canzone della loro vita e possibilmente, se sono cantanti, cantarla accompagnati dall’orchestra) della nuova trasmissione di Bonolis non prometteva bene, ma la qualità degli ospiti e la capacità del conduttore di alternare vari registri rimanendo credibile hanno vinto sulle premesse ed hanno avuto anche un buonissimo riscontro Auditel (21,23% di share). Simon Le Bon, Renga, John Travolta (con un’apparizione della Cuccarini in versione fan), FedeZ e J-Ax, Ezio Bosso, i Kolors, Tullio De Piscopo e altri (compresa la tassa Luca Laurenti)… il 18 gennaio, un’altra puntata originale e il 25 un very best, essendo quasi tutti ospiti da superbudget. Tutti con il tono giusto, tranne un ingessato FedeZ che sembrava leggesse Wikipedia quando spiegava il rap, il più simpatico forse Travolta e il più bravo di sicuro Stash dei Kolors, con una grande versione di Money dei Pink Floyd (fra l’altro la canzone contiene la parola ‘stash’ che il padre, fan del gruppo, ha riciclato per il figlio), ex aequo con un Bosso orgogliosamente pop (per lui la Sonata al chiaro di luna). La morale è sempre quella e non c’entra con la Girella: basta con i rimpianti per la bella tivù di una volta, in realtà lenta e pallosissima (nel 2017 di Studio Uno e Canzonissima i ragazzi vedono soltanto le schegge, per loro fortuna), avendo i mezzi e il talento oggi si può proporre qualcosa di dignitoso anche a chi sta in casa a guardare Canale 5.

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