Multando i morti

14 Dicembre 2020 di Oscar Eleni

Oscar Eleni alla ricerca di una confortevole zona rossa per feste in lutto che vorremmo passare da soli per rileggere i libri di Le Carré che ha detto arrivederci. La spia venuta dal freddo andrebbe bene per capire cosa succede fra sport e politica, una contaminazione tossica che da una parte vede finti ingenui al potere e dall’altra ritrova unità federale nel CONI che fa sapere di aver saputo dal CIO che  è a rischio scomunica questa Italia dove rubano le guardie come i ladri, dove ti saccheggiano la casa durante il funerale, il vero saluto del Paese a Pablito Rossi. Forse sarebbe meglio rileggere bene La Talpa per capire cosa succede, ad esempio, nel calcio quando si prendono a calci gli stessi allenatori presentati come geniali generali per ogni tipo di battaglia. Conte fuori dall’Europa. Avanti col campionato e vedrete che ne troverà di scheletri sulla strada, magari degli stessi che hanno fatto da copertina in questi mesi.

Sarebbe meraviglioso scoprire la talpa del basket che ha suggerito al solerte giudice federale, secondo regolamento, ci mancherebbe, di dare 600 mila euro di multa ai fantasmi che ora dirigono la Virtus Roma appena ritirata dal campionato. Sarebbe bello sapere anche se i dipendenti rimasti senza lavoro e, si immagina, senza soldi, saranno tutelati dalle varie associazioni e se la Lega bigotta che, secondo il Toti “vittima”, intervistato dal Corriere, non avrebbe potuto fare qualcosa per salvare una barca entrata in mare già con un buco nella stiva. Intanto poteva non accettarne l’iscrizione e poi, dopo, visto che non trovavano acquirenti per comprare a “costo zero”, senza debiti (uhm) intervenire e chiarire subito: se mettiamo noi i soldi che dovete alla Federazione che in questi casi non fa sconti a nessuno (uhm), se vi aiutiamo a non farci fare l’ennesima figuraccia poi vi togliete di mezzo? Siamo sicuri che Armani, Zanetti, insomma le ricche del reame qualcosa avrebbero fatto. Nessuno lo ha chiesto e ora eccoci qui con il campionato bisesto, come questo anno di malvagità che infetterà anche il 2021, che sembra davvero un enigma  senza avere  la meravigliosa armonia dello scrittore che se ne è andato a parlare con Orwell nella Fattoria degli animali.

Unica certezza Brindisi. Come squadra, società. All’apoteosi del primo posto nell’inverno dopo aver cominciato piagnucolando per la fuga del Banks che ora non fa impazzire una Fortitudo miracolosa in campagna acquisti se ha potuto offrire più di Marino, se ha potuto allettare il Sacchetti che ha lasciato lo zampone sul lardo delle salumerie dove un tempo Parisini e quelli veri aspettavano i ciccioli di Tamburini, forza per la mente, che non avrebbero mai permesso i pasticci degli ultimi due anni. Ora dopo aver scoperto quello che si sapeva già su Vitucci, allenatore che sa mandare in mona in tempi giusti paggi e cavalieri, ci domandiamo se alla base di questo campionato da grande protagonista non ci sia una scelta degli uomini e dei giocatori più intelligente di quella delle avversarie. Senza avere, ad esempio, la forza economica delle avversarie.

Eh sì, il trio Harrison-Thompson-Willis vale molto più di quelli che ha scelto Milano per modificare una macchina che anche l’anno scorso tossiva, della Virtus incazzata che non sapeva se confermare i non premiati dal virus o rifarsi il trucco fino allo sforzo per cercare con Belinelli il mago di Oz da mettere di fianco a Merlino Teodosic, pur sapendo che al centro non c’era tanta lana per fare un tappeto. Anche Sassari sembra aver scelto bene, ma come si fa adesso a capire. L’unica cosa certa è che il trio giovinezza, Martino-Brienza-Galbiati ha fatto il bene delle società che li hanno scelti, così come Treviso non ha certo sbagliato credendo in Menetti. Guai alla talpa se racconta in giro che sarebbe sciocco (ammirate la gentilezza per nascondere la voce roca dell’insulto) giudicare Venezia, con tutti i guai che ha avuto, pensare che Trieste abbia sbagliato uomini, con tante partite da recuperare.

Sulla graticola per l’unica retrocessione rimasta, in una bottega dove ad inizio anno dovevano pensare ad una formula protetta e diversa, ci sono le grandi nobili decadute, da Varese piccina picciò alla Cantù che, anche vergognandosi per come aveva rovinato la partita numero mille di lord Pancotto a Brescia, non è riuscita a battere Trento già messa al tappeto da guai fisici e calendario stretto. Sulla Fortitudo sempre in coda, ma con una faccia ben diversa da quella che aveva mentre brutalizzava Sacchetti, un applauso a Dalmonte e alla società se riuscirà ad andare tranquilla fino in fondo. Le talpe sussurrano, ma a Bologna sapete come vanno le cose, forse più nel basket che nel calcio messo in quarantena dal Mihajlovic furioso dopo la manita in faccia presa dalla Roma americana che avrebbe davvero potuto aiutare quella del basket per avere riconoscenza.

Anche se qui sono riconoscenti solo al primo che passa, basta che faccia sapere di essere con loro eccitato dall’eBasket, dal governo fresco e pimpante in mano al sor Petrucci che fino alla qualificazione olimpica non vorrebbe avere altre grane tipo Roma, o, magari, con gli allenatori dopo aver rispedito a SKY il Crespi sostituito da Lardo, triste per il Meo licenziato, ma anche preoccupato se gli dicono che alla Fortitudo avevano ragione. Non creda a tutto quello che raccontano, così come sarebbe ridicolo domandarsi se il Messina arrotato dai carri falcati di Brindisi sia davvero l’uomo giusto per guidare il settore tecnico nazionale. Ci mancherebbe. Vista la vetrina con il ricordo di tanti successi? Se la Talpa, o il Talpone, magari la spia venuta un po’ dal freddo, ma forse anche dal caldo, vi chiede perché proprio Ettorre ha problemi così grandi con i giocatori italiani, voi potrete rispondere che vengono trattati come meritano. Insomma gregari in Europa, di sicuro (anche Datome? Be’ lui ha una storia da vaccinato internazionale), ma pure in Italia ti fanno venire i vermi con certe rimesse in mano nemica, certe difese al gelsomino.

A proposito di Gelsomino. Forse anche Repesa, dopo gli elogi presidenziali che fanno sempre scattare invidiuzze paesane, dovrebbe passare al metodo Mihajlovic, anche se soldi per stare in ritiro non ce ne sono davvero, per la verità non ce ne dovrebbero essere neppure per tenere le squadre in albergo nei posti dove si gioca alle 20 e 45 per accontentare chi dà gli spiccioli televisivi. Ai materassi per le pagelle della giornata che per molti è stata la decima, per altri soltanto la nona e per Trieste addirittura la sesta. Questo per far capire che fra campionato e coppe europee, a parte i flop totali, si fa una gran fatica a capire fra buoni e cattivi, bravi e farlocchi.

10 e lode: BRINDISI, VITUCCI, MARINO,  GIOFRÈ,il manager preso dal Cantuki. Primo posto, stella del Sud e del Nord in un campionato per 7 regioni dove la Lombardia ha cinque squadre. Poi ci parlano di basket popolare.

10 A DALMONTE se ci svela cosa ha detto a Totè, già educato da lui a Verona, per farlo passare dalla fase ranocchio a cestista, cosa che Sacchetti non sembrava fare. Comunque per Elettrino l’esordio giusto, ora deve solo tapparsi le orecchie e sperare che tutti si allenino davvero.

9 A BUSCAGLIA per  non aver perso il tocco mangiando troppo formaggio olandese, per aver ridato il sorriso  a Brescia e alla Bragaglia, ma anche lui faccia attenzione perché si vede ancora più volontà nelle chiacchiere che sul campo.

8 Al trio THOMPSON-HARRISON-WILLIS, per noi numero uno, che hanno fatto diventare BRINDISI  una squadra speciale e vera dove applaudi volentieri anche Zanelli e Gaspardo.

7 A SASSARI e TREVISO che hanno dato vita ad una partita che aveva dentro tante cose, insomma il basket come andrebbe vissuto, anche se poi chi ha una panchina da pochi punti le prende in volata.

6 Alla coppia reggiana TAYLOR-ELEGAR che rende tutto più bello nel regno di Antimo Martino, allenatore con idee, ma anche con tanto coraggio.

5 A WILLIAMS in ritardo nel nostro basket, perché il due metri e tre di Trento  ci sarebbe stato benissimo nella squadra delle due finali scudetto come sicuramente gli avrà detto il Forray vero leader affettivo in una bella storia.

4 A PESARO che per qualche mese ci aveva illuso di poter vedere una squadra povera fiorire nelle mani di un grande allenatore. Adesso sono tornati totanetti da mare inquinato.

3 All’ARMANI perché fra infortuni, incomprensioni, nel tormento di un calendario che domenica prossima contro Sassari la porterà in campo per la settima volta in due settimane, ci ha dimostrato che non bastano neppure 15 giocatori per resistere al livello richiesto da anche se con un budget milionario. Se non ce la fanno loro cosa pensare di quasi tutte le altre di un campionato che fino a ieri rispettava il trono, ma ora dubita.

2 Alla GIUSTIZIA FEDERALE che ha dato 600 mila euro di multa alla Roma ritirata, una società svanita. Quei soldi li tirino fuori, invece per pagare gli stipendi a chi è rimasto senza niente. Non è Caritas, soltanto logica che associazioni di categoria devono difendere a costo di sciopero o di colletta fra chi i soldi li prende davvero.

1 Alla LEGA se diventa una zattera timonata da un presidente che salutando Roma ammette sconsolato: speriamo sia l’unica e non la prima a ritirarsi. Anche gli allenatori più scarsi hanno un piano B, voi no?

0 Alle PROCESSIONARIE che sono arrivate sull’albero bacato del basket italiano ululando per lo “sfregio” fatto alla RAI che, poverina, aveva deciso di mandare in diretta l’esordio di Belinelli figliol prodigo tornato dopo 13 anni e mezzo di NBA. Le date della programmazione e dell’ingaggio non coincidono. Forse loro avevano una Talpa. Certo attaccare la Lega non è difficile, ma, accidenti, dove sarebbe lo sfregio per  chi paga così poco e ha avuto in saldo le dirette? Giocatore infortunato, tutelato. La partita da trasmettere su RAI sport, non sui canali 1-2-3 , quelli degli eventi elargiti al popolo anche non sportivo, tanto per fare propaganda vera, non è stata neppure banale. Non bella, ma interessante e la bufera del giorno dopo ha detto tutto su come sono amministrate le nostre società più importanti.

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