Morte dell’auto a tre porte

25 Novembre 2019 di Furio Fedele

Morte dell’auto a 3 porte. Titolo un po’ macabro ma che sintetizza alla perfezione come, nel corso di un solo decennio, siano quasi del tutto scomparse le auto con 3 sole porte. Ovviamente questa situazione non si riferisce alle coupè di rango che rappresentano un segmento di mercato molto diverso sotto tutti i punti di vista, primo fra tutti quello strutturale. Le city car sono un’altra comprensibile eccezione, ma anche in questo caso si tratta di una nicchia che ha confini ben precisi.

A innescare la fine delle delle auto a 3 porte sono stati primi fra tutti i grandi marchi. L’ultima edizione della Volkswagen Polo, per 5 edizioni disponibile sia a 3 sia a 5 porte, è diventata fruibile solo nella versione più completa. Si sono quasi subito adeguate Seat Ibiza, Fiat Punto (da quest’anno completamente fuori produzione e listino), Renault Clio, Honda Civic, Opel Astra e Renault Megane. L’Alfa Romeo Mito, che doveva essere uno dei cavalli di battaglia della Fca, ha alzato bandiera bianca dallo scorso luglio proprio anche per la mancanza della versione 5 porte. 

Questa nuova tendenza ha contagiato anche la Range Rover Evoque che aveva tentato la via delle 3 porte nella versione coupè/cabrio. La stessa mitica Range Rover, icona dagli Anni Settanta in poi, era nata a 3 porte. Poi l’evoluzione della specie le ha conferito misure e forme più massicce. La metamorfosi con 2 porte in più è stata inevitabile. Anche l’Audi ha deciso di uniformare la A-3 a tutte le altre versioni a 5 porte.

Per il momento sembra resistere solo la Golf 7 che, soprattutto nei modelli più spinti e corsaioli, mantiene ancora un fascino importante nella versione a 3 porte. Nelle precedenti edizioni spesso e volentieri si riscontravano problemi di tenuta del vetro elettrico del guidatore che, più volte sollecitato, perdeva il contatto con il motorino di spinta a causa del peso superiore della superficie vetrata più ampia rispetto al modello 5 porte.

Ma come si spiega questa rivoluzione così repentina e irreversibile? Il motivo principale è legato alla praticità delle 5 porte su modelli anche di dimensioni limitate. La funzionalità e il comfort sono diventati fondamentali per gli automobilisti europei. Accedere al sedile posteriore senza avere difficoltà rappresenta un valore aggiunto. Migliorando l’accessibilità e quindi la versatilità di utilizzo, l’auto non perde di valore.

L’evoluzione di questa scelta, come detto, ha radici non molto profonde. L’attuale Lancia Ypsilon (erede della indimenticabile A112) ha interrotto nel 2011 una lunga serie di piccole a 3 porte, durata oltre 26 anni con le varie Autobianchi Y10 (1985), Lancia Y (1995) e Ypsilon (2003). La Renault Twingo (da 25 anni sulla cresta dell’onda) solo nel 2014 ha ceduto alla tentazione delle due portiere in più.

A livello di city-car in versione Suv la minuscola Ignis della Suzuki ha dimensioni lillipuziane ma oltre alla 5 porte è disponibile anche la trazione 4×4. Solo la Ford Fiesta persevera con la doppia versione. L’ultimo restyling ha consegnato ai fan della Fiesta un modello decisamente versatile proposto anche con le 3 porte.

Il mercato predilige carrozzerie sportive, ma anche pratiche. Gli acquirenti di city car e utilitarie (queste ultime in evidente flessione) sono sempre più attratti dai piccoli Suv, accattivanti, spaziosi e non troppo costosi. Alle tradizionali coupé, non a caso, molti automobilisti preferiscono le berline-coupé, dotate di portiere posteriori.

Nel caso delle berline classiche (trasformate nel secolo scorso nelle cosidette station wagon) la quinta porta è diventata un portellone che si inserisce nella sagoma dell’auto al posto del tradizionale baule. Vengono contraddistinte dalla denominazione GT, Gran Turismo. Di fatto, le carrozzerie a 2 porte resistono nei segmenti alti del mercato, tra i listini dei marchi di lusso o extra-lusso. Ma non hanno a che fare con l’auto per tutti i giorni…

Gli irriducibili amanti delle 3 porte possono trovare sfogo nelle auto d’epoca o, comunque, in mercato dell’usato che presenta una vasta scelta, mitigata nei prezzi. I modelli iconici (prima fra tutte la Golf Gti) hanno acquistato valore storico ed economico. Una volta le 3 porte erano una delle bandiere della «singletudine» maschile e, in maniera ridotta, femminile. Poi la comodità e la praticità hanno preso il sopravvento. Ma la bandiera della libertà sventola lo stesso, come prima più di prima…

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