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Basket

Mobilquattro Xerox oggi

Stefano Olivari 18/11/2008

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Siamo pieni di idee che si scontrano con l’assenza di fatturato a breve ed anche a lungo termine, quindi non è un caso che la più bella di tutte sia assolutamente no profit. Anzi, preveda un costo personale di 1000 euro l’anno. L’idea è la seguente: riportare in vita, nel senso di basket professionistico, la Mobilquattro Xerox Milano. Non la Pallacanestro Milano, intendiamoci, società che ha appena compiuto 50 anni e milita in C regionale, ma proprio la Mobilquattro (cinque anni, dal 1971 al 1976) o la Xerox (tre anni, dal 1976 al 1979): cioé quell’idea di pallacanestro, libera e romantica, che negli anni Settanta conquistò il cuore di una generazione senza bisogno di trofei alzati. Idea nata nel 1980, quando la nostra squadra scomparì dalla scena che conta dopo anni di basket free and wild, rimasta in stand-by osservando tutti i tentativi di avvicinamento al Palalido (finalmente il nome di questa rubrica ha un senso…) di realtà con una storia diversa, maturata leggendo le mail di risposta agli straordinari pezzi di Stefano Micolitti, infine esplosa dopo la discussione con un collega pieno non solo di nostalgia mobilquattrina ma anche di progetti. La fase numero uno sarebbe quella di contarci: quanti di noi, non solo quarantenni (ci sono ragazzi che hanno mitizzato quella squadra), sarebbero disposti a far parte di una fondazione per il rilancio del loro sogno di bambini? Tutto deve partire proprio da noi che diciamo sempre di voler rivivere quella pallacanestro, poi a mendicare soldi presso gli sponsor saremo sempre in tempo: senza numeri iniziali significativi tanto vale rimanere attaccati ai vecchi ritagli e disturbare i giovani con racconti del genere ‘ai miei tempi’. Chi fosse interessato a conoscere i dettagli del progetto, oltre che a parteciparvi attivamente (i mille euro sono indicativi, ma il problema è che anche all’epoca eravamo in pochi), è invitato a scriverci. Speriamo ci siano altri capitoli.

Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

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