Misteri dell’exchange

18 Settembre 2008 di Stefano Olivari

Probabilmente viviamo in un mondo parallelo, ma fra le persone che conosciamo sono poche quelle che non scommettono sullo sport. E’ però stranamente alta la percentuale, fra queste, di chi ha solo una vaga idea di cosa sia un betting exchange. Risposta cumulativa, sperando che non inorridiscano i professionisti della materia. Un betting exchange è un sito dove gli iscritti possono assumere due posizioni, sia quella dello scommettitore che quella del banco. Primo caso: si vuole scommettere su un determinato evento, mettiamo la vittoria di Federer a 1,15 contro Volandri. Si acquista (to back, in inglese gergale) quindi una scommessa: se Federer vince guadagnamo 15 euro, se perde ne perdiamo 100. Tutto chiaro. Secondo caso: si vuole bancare un determinato evento, proponendo agli altri iscritti al sito le proprie quote e quindi in un certo senso vendendole (to lay, nel solito inglese di settore). Esempio: banco Federer a 1,16, quindi se qualcuno mi compra la quota e se Federer vince devo pagare 16 euro, mentre se perde ne incasso 100. Un meccanismo affascinante di incontro fra domanda ed offerta, molto simile a quello delle Borse ma di sicuro più trasparente: non ci sono grandi vecchi che tirano le fila ai danni del parco buoi, al massimo singoli eventi (diciamo pure tanti singoli eventi) taroccati. Potremmo scrivere un’enciclopedia sulle nostre avventure, non sempre a lieto fine, in questo mondo che i più conoscono per sentito dire (Betfair il brand più famoso ed a nostro avviso più serio per chi vuole iniziare, ogni taglia di giocatore ha comunque i suoi riferimenti) ma che permette di tirarsela da esperti (e di vincere facilmente, con l’accortezza di giocare poco: Tuta è sempre in agguato) solo seguendo i volumi di gioco. Martedì della settimana scorsa abbiamo detto a mezzo mondo che il Portogallo Under 21 non avrebbe vinto con l’Irlanda nonostante fosse in vantaggio di due gol, perché anche in quel momento mani forti stavano bancando la sua vittoria continuando ad aggiungere soldi. Una specie di riedizione del caso Davydenko-Vassallo Arguello. Ah, la partita è poi finita due a due e buon calcio a tutti.

Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

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