Michetti è laconico

19 Ottobre 2021 di Stefano Olivari

Il disastro del centro-destra alle recenti amministrative è stato bene, anzi male, sintetizzato da Enrico Michetti: “L’esito è laconico”. Una frase detta in stato confusionale, visto che si presume che un avvocato e professore conosca il significato del termine laconico. Involontariamente il candidato sconfitto da Gualtieri a Roma ha usato una parola in piccola percentuale giusta, perché ci sarebbe davvero poco da dire ed i fini analisti di Indiscreto, noi che stasera leggeremo di geopolitica invece di abbrutirci con la Champions League, lo avevano facilmente previsto.

Su Gualtieri avevamo anche consigliato di scommettere, peccato che sulle nostre piattaforme non ci fosse la quota, un assurdo 1,80: roba da affiliarsi a qualche clan per farsi accettare la puntata. Perché quindi secondo noi la destra ha preso molti voti in meno di quelli che avrebbe preso in un’elezione nazionale? Ognuno ha la sua risposta, la nostra è che al netto dell’evidenza (candidati a volte impresentabili e spesso inventati in extremis dopo mille rifiuti, guerra Lega-Fratelli d’Italia, astensionismo soprattutto nelle periferie) sia stata suicida la critica alle vaccinazioni ed in generale il lisciare il pelo ad un mondo complottista, non solo su vaccinazioni e green pass, che sui media è ovviamente sovrarappresentato ma come voti vale pochissimo.

Non discutiamo della fondatezza delle varie posizioni, parliamo proprio di voti: tu Salvini, tu Meloni, hai detto una cosa in contrasto con ciò che pensa la maggioranza dei tuoi elettori per inseguire chi nemmeno si è presentato al seggio e che comunque è marginale dal punto di vista numerico.  Nella media chi è di destra vuole vivere, lavorare, divertirsi, non farsi seghe mentali su ciò che è giusto o sbagliato, colpevolizzare e meno che mai colpevolizzarsi.

E la grande maggioranza di chi è di destra ha preso il vaccino per quello che è: un lasciapassare per tornare a fare la vita di prima. È come se avessimo corrotto il nostro carceriere per tornare liberi: magari non crediamo alle cazzate del carceriere e dei suoi superiori, ma soprattutto non vogliamo tornare in prigione. Salvini e in parte Meloni hanno sottovalutato questo sentimento davvero popolare, quando Berlusconi gli avrebbe senza bisogno di sondaggi detto di guardare le prenotazioni dei ristoranti.

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