Mezzo secolo di Trinità…

1 Novembre 2020 di Paolo Morati

Questa sera verrà trasmessa su Rete 4 l’ennesima replica di Lo chiamavano Trinità…, lo storico film che quasi 50 anni fa (uscì nelle sale italiane il 22 dicembre 1970) lanciò definitivamente la coppia Bud Spencer-Terence Hill dopo averla già vista in tre pellicole precedenti senza però intuire ancora il potenziale di quel marchio di fabbrica poi noto in tutto il mondo. Un film clamoroso, che partiva sì dal tipico spaghetti western, però aggiungendovi i toni da commedia per dar vita a un sodalizio di grande successo al botteghino e ad una lunga amicizia con il pubblico.

Ogni volta che viene trasmesso, Lo chiamavano Trinità... è visto da un numero elevato di spettatori nonostante il fatto che, probabilmente, ormai tutti conoscano a memoria scene e battute, in una sorta di rito collettivo della memoria che nonni, genitori e figli si tramandano ogni volta. Dal celebre motivo iniziale cantato da Annibale su musica di Franco Micalizzi, con la lettiga trainata dal cavallo e successiva scorpacciata di fagioli, alla chiusura con rincorsa, l’età media di chi non sa di Mezcal che non dimentica è probabilmente molto bassa.

Lo chiamavano Trinità… , diretto da Enzo Barboni con lo pseudonimo di E.B. Clucher, è diventato nel tempo un grande classico conosciuto in tutto il globo, con scambi di battute iconici, pistolettate e botte a favore dei buoni e a sfavore dei cattivi, e alcune scene da noi favorite quali Terence Hill che dopo il bagno si rimette addosso la maglietta polverosa e Bud Spencer che saluta i mormoni travisandone le parole. Ma è soprattutto è un’opera che nonostante la lunga durata (due ore) e il mezzo secolo (50 anni, appunto) non ci stancherà mai, nell’era dello streaming uno delle poche capaci di farci ancora sintonizzare su un canale televisivo per guardare un film.

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