Meno calcetto e più paddle

14 Settembre 2020 di Indiscreto

Il paddle ha più futuro del calcetto? Qualche giorno fa il gestore del campo dove giochiamo a calcetto, cioè calcio a cinque, dal 1990 ci ha comunicato che il nostro campo (il numero 4 della DDS di Settimo Milanese) non esiste più perché è stato riconvertito a campo di paddle. Scelta legittima, da imprenditori: sempre meno gente gioca a calcetto per i motivi più volte descritti (il principale è che sempre meno persone hanno il ricordo di un pallone in un contesto non organizzato) e c’è sempre più richiesta di campi da paddle.

La risposta di alcuni di noi è arrivata dal cuore: “Ma cos’è il paddle?”. Al di là dello scontato paragone con i racchettoni da spiaggia la risposta non è semplicissima, perché il gioco più diffuso (il padel, di origine latinoamericana: sono fortissimi gli argentini) è in parte diverso dal paddle (o paddle tennis) che invece è una derivazione del tennis, oltre che più antico. Il problema è che spesso i termini padel e paddle vengono usati indifferentemente, anche se abbiamo ormai capito che quasi tutti intendono il padel e non il paddle tennis in senso stretto. Insomma, anche noi chiamandolo paddle sbagliamo.

Ma al di là delle discussioni terminologiche troviamo significativa la riconversione che sta avvenendo in molti centri sportivi, spesso gli stessi che nei primi anni Novanta trasformavano i campi da tennis in campi da calcetto. Molti qualche anno fa spiegavano il boom del calcetto con il fatto che il tennis in Italia interessasse sempre meno e che fosse ormai impossibile giocare a calcio fra amici: più facile mettere insieme dieci persone che ventidue, dicevano con ragione. Il boom del padel-paddle si può anche spiegare con il fatto che metterne insieme quattro è più facile che metterne insieme dieci.

Detto questo, noi del padel abbiamo una buona opinione perché per imparare a giocarlo male ci vuole sicuramente meno tempo rispetto ad altri sport, tennis in primis, ed è anche molto divertente da guardare. Quando abbiamo il tempo di farlo continuiamo come pratica a preferire il tennis, ma di sicuro il padel è più coinvolgente per chi non ha pretese. E rispetto al calcetto non c’è discussione: se nei campi rimasti ci sono quasi soltanto ultracinquantenni (fra i quali noi) c’è poco da fare. I tempi cambiano e non è che uno sport debba durare in eterno solo perché è presunta ‘cultura sportiva’.

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