Basket
Meneghin senza piccioni
Oscar Eleni 20/01/2025

Oscar Eleni fra pinguini fasciati del Sudafrica e un antipatico piccione verde dal becco grosso che si lamenta perché Meneghin non vuole dargli rifugio sul monumento che merita per come ha giocato, per come si è battuto nella vita, fare il presidente federale è un viaggio tormentato, per come ha festeggiato i 75 anni rispondendo a tutti, anche a chi trova insopportabile, per la sua ironia, per la sua splendida compagna, chirurga dell’anima, per aver detto la verità sul basket che piace sempre meno perché la parola squadra fa venire l’orticaria a chi dovrebbe lavorare per esaltare il gruppo. Una cosa che invece sembra venire meglio agli sport individuali dove il desiderio di fare squadra ha migliorato i nuotatori, quelli dell’atletica che adesso festeggiano l’entrata sulla scena di giovani talenti di seconda generazione per intossicare le colazioni dei generali, gli sciatori, splendide le azzurre con la coppia Brignone-Goggia che ci fa dimenticare l’aumento dei prezzi per le Olimpiadi fra Milano-Cortina e chi ci presterà una pista per il bob. Fanno festa anche sulle piste corte con la Fontana e Sighel: ci ricordano bei viaggi ad Anterselva empio italiano del biathlon esplorato con Claudio Pea, penna acuta del Giorno vero, tradendo per qualche fine settimana Vanoi, Di Centa, De Zolt, Belmondo, Fauner, Vanzetta, per scoprire questi faticatori con il fucile in spalla e vedere Giacomel battere i norvegesi in Germania davanti ai tedeschi ci ha ricordato bei giorni sulla neve fra maestri delle scioline, campioni veri cominciando da Thoeni, Gros e De Chiesa prima dello sparo.
Guardando fuori dalla finestra nella capanna rifugio dove, per fortuna, preferiscono i canederli alla diretta sulla pace fra macerie da ricostruire senza fretta perché tanto chi spara tornerà presto a darci ordini. Aspettando di capire cosa intendono Trump e le destre europee con rimpatrio forzato dei rifugiati, piangendo fra coccodrilli che intanto si mangiano tutto e non si fermano neppure se un povero senza tetto muore di freddo nella Milano che litiga sui grattacieli e tifa per avere un sindaco al terzo mandato, urlando che chi governa bene merita la riconferma come dimostra il geometra abruzzese Sabatino Aracu al nono mandato nel mondo delle rotelle e dello skate.
Stare lontani dal calcio per non indignarsi se a Madrid trattano male Ancelotti, se a Milano scoprono che non tutto il male era nell’allenatore poi sostituito dal Conceicao che ancora si domanda come non abbiano fame dei superpagati dallo stop incerto davanti al rigorifero vuoto anche se dentro ci hanno messo la supercoppa alla faccia dell’Inter campeon che tormenta ed esalta non soltanto gli amici Arrigoni e Faina che infatti non capiscono spesso il Messina milanista Per fortuna a Bergamo sanno benissimo perché l’Atalanta meravigliosa adesso sembra un po’ anemica per troppa fatica, prendendo atto che il Napoli senza coppe e con il megafono di Conte aperto sul mare per salutare il georgiano non riconoscente potrebbe anche rendere difficili il finale di stagione dell’Inter che sogna di poter ricordare alla Milano ingorda i successi di un tempo quando a vincere in Europa erano i nero azzurri, ma pure i rossoneri e anche l’Olimpia del basket che sembra vivere nella palude delle maledizioni se ad ogni partita perde un giocatore per infortunio o addirittura tre come a Venezia, altra grande appena risanata.
Certo Messina avrà spento il televisore quando al “tavolo” con splendore jazzistitco di Fazio hanno dato la parola all’avvocato Morandi in arte mago Simon che prevede un bel 2025 per tutti i segni zodiacali, diciamo anno sabbatico dalle sventure. Lui dalla vittoria in Supercoppa non ha più avuto un giorno di quiete e alla prima nel girone di ritorno ha scoperto di avere una squadra corta che fa fatica a superare i 70 punti, glielo hanno spiegato due della scuola plavi, prima Obradovic e poi Spahija. Basket intontito dal tiro che vale tre punti, dai blocchi in movimento che gli arbitri capiscono poco o niente, dalle partite allungate per le danze macabre davanti al Var cestistico, pallacanestro che aspetta con ansia il nuovo vangelo di Petrucci e Pozzecco come implorando quelli che hanno ancora visioni vere dietro al suono del nostro amatissimo e odiatissimo, dipende dai giorni, Din Don, per ridare anima ad un movimento dove fidelizzare i tifosi con questa girandola di giocatori, a Milano oltre sessanta (testimonianza Pedrazzi) in stagioni finite tutte con lo scudetto per fortuna, altrimenti i cambi arriverebbero a 100, manda in confusione soprattutto se i licenziati vanno bene altrove e adesso pure il Melli sembra meno arrugginito e Hall anche più sano..
Felici che Gallinari e Fontecchio siano ancora allegri nella NBA che uno vive ai margini e l’altro con pochi minuti sul campo dei Pistoni a Detroit, contenti che al vertice della classifica ci sia una neopromossa come Trapani, andiamo alle pagelle dove il meglio se lo prendono proprio i cavalieri della terra dove i coralli sono arte e i mulini a vento non si fermano mai:
10 Alla TRAPANI di REPESA se dalla testa della classifica vedrà in mondo diverso il rapporto con gli arbitri, senza porte sbattute. ANTONINI si batta per avere presto un’arena che possa ospitare anche partite di coppa europea come merita già oggi la sua squadra.
9 Al DE RAFFAELE che dietro gli occhiali nasconde uno sguardo da grande pokerista rimontando partite che Tortona stava perdendo. Lo ha fatto anche a Brescia ringraziando chi gli ha lasciato in dote un Baldasso da 24 punti, un Kamagate da 9 rimbalzi, un Candi feroce in difesa e letale come dovrebbe essere sempre.
8 A TRENTO perché più la mandano giù e più si tira su. Bravo GALBIATI a resistere quando le energie vengono meno perché la sua rosa ha davvero pochi petali.
7 A TRIESTE altra neopromossa che beve spumante ai piani alti della classifica, vince sfide importanti, sa dove andare e come rigenerarsi. Anima americana fra muli che sanno capire.
6 Alla PISTOIA feroce che dopo essere andata sotto anche di 14 con VARESE ha ritrovato mano e difesa per lasciare l’avversaria ben lontana in una partita che forse può valere la salvezza.
5 Alla TREVISO che per tre tempi sembrava davvero impegnata a sostenere il ritorno alla vera vita del MACURA convinto che i suoi 26 punti potessero bastare per battere Trento.
4 A POETA bravissimo anche in una partita difficile e perduta contro TORTONA perché, come avrà notato nel finale con errori che hanno portato al supplementare, meglio pensare a stregare i giocatori che ad incitare il pubblico.
3 A BULLERI caduto dalla pentola nella brace di Sassari dove i peccatori sono stati tanti in campo e fuori. Speriamo trovi le parole e le ore per soffrire davvero in palestra.
2 A NAPOLI se dopo la grande accoppiata basket-calcio non ricorderanno che la classifica dei cestofili è ancora una chiavica. Serve aiuto al povero Valli, cioè altri giocatori, ma veri.
1 Agli ALLENATORI che preferiscono le sedute al video piuttosto che le ore in palestra per allenamenti individuali e come afferma POETA il lavoro di MOSS a BRESCIA è davvero utile e lo si vede dal rendimento di una squadra sempre corta, ma che cerca di allungare l’organico proprio con questo lavoro.
0 A SCAFATI dove devono aver raccontato cose non vere per convincere uno bravo come RAMONDINO a nuotare nel mare della retrocessione. Speriamo che se le cavi, se lo merita lui e forse anche chi tifa Scafati.