Attualità

Meloni o Ventotene?

Indiscreto 20/03/2025

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Giorgia Meloni o il Manifesto di Ventotene? Dopo tanti Di qua o di là traversali rispetto alle proprie idee politiche ecco questo che decisamente non lo è. L’antefatto è ovviamente quanto successo alla Camera, con la Meloni che ha letto alcuni passi del documento scritto da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi nel 1941, mentre erano al confino appunto a Ventotene (diciamo che i ‘socialisti’ al potere per i loro oppositori hanno nella media trattamenti più duri, ma forse è lo spirito italiano a rendere tutto più soft).

Stiamo parlando di uno dei testi, comunque la si veda, che stanno alla base dell’ideologia che poi avrebbe portato all’Unione Europea, prima fra realtà relativamente simili e poi inglobando praticamente chiunque. Fra i brani del Manifesto di Ventotene citati dal presidente del Consiglio, per criticarli, ci sono quelli sul futuro socialista dell’Europa e sui limiti della proprietà privata, anacronistici e del resto quasi dimenticati dagli stessi cultori del documento (quasi nessuno lo ha letto, fra chi è pro e chi è contro, a partire da noi), e quello più attuale sull’Europa come valore in sé, avanti rispetto alla volontà popolare.

Non proprio un inno alla democrazia, ma al di là delle discussioni su un testo figlio del suo tempo non bisogna essere ipocriti: il Manifesto di Ventotene è un feticcio, da qualsiasi parte lo si interpreti. Per qualcuno è un testo sacro, indiscutibile al livello della ‘Costituzione più bella del mondo’ (a proposito, la Meloni è sembrata quasi fare da traino alla trasmissione di Benigni, ma noi abbiamo guardato Fortitudo-Urania), per altri è è la rappresentazione di un certo trombonismo da élite non soltanto di sinistra che disprezza quel popolo che dice di difendere e che poi si chiede come mai il popolo ritenga preferibili i cialtroni dichiarati a quelli che si nascondono dietro a idee ‘perbene’.

Votazione aperta a popolo e élite: Meloni o Ventotene?

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