Maschi over venticinque

27 Maggio 2009 di Stefano Olivari

Non seguiamo una puntata del Processo di Biscardi da decenni, ma la trasmissione va avanti anche senza di noi e la sua esistenza viene ribadita ogni martedì da comunicati trionfalistici ripresi acriticamente dalle agenzie (che addetti stampa arroganti spesso considerano solo megafoni). Secondo l’ultimo, lunedì scorso su Sette Gold si sarebbe arrivati ad uno share del 7,2%. Con il trucco, leggendo meglio: intanto si tratta del picco, e nemmeno del picco assoluto ma di quello nella fascia maschile over 25 (o over 75, stando alla statistica personale sulle persone che ci chiedono ‘Ha sentito ieri sera da Biscardi?’). Lo share medio è in realtà dell’1,32%, comunque alto vista la concorrenza di tivù locali molto più biscardiane dell’originale e del fatto che Sette Gold in quasi tutti i televisori italiani è sintonizzato oltre il ‘nove’, situazione che comunque non ostacola il maschio over 25 che verso mezzanotte cerca quei film soft core dove scopano solo verso il 90′. La cosa interessante è che ogni emittente stravolge i dati Auditel a proprio vantaggio: Mediaset si è inventata il target commerciale (cioè sotto i 15 anni e sopra i 64 sei una merda senza potere d’acquisto, quando invece mai come in questo momento ci sono adulti che chiedono soldi agli anziani genitori), la Rai il ‘gradimento’, Sky vende la sua pubblicità con la solita barzelletta del quarantenne del Nord Italia che ha tre lauree, fa cento viaggi l’anno, pratica diciotto sport, parla cinque lingue, legge mille libri, va a tutte le mostre ed è ‘curioso’ (mai capito cosa voglia dire). La cosa grave è che le aziende che producono mettono in mano i loro soldi ad altre aziende, chiamate centri media, che a queste balle fingono di credere.

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