Calcio

Mancini sogna di retrocedere

Stefano Olivari 27/04/2011

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di Stefano Olivari
Roberto Mancini avrebbe come massima ambizione nella vita quella di lasciare un Manchester City dove ha un contratto da 7 milioni di euro netti a stagione fino al 2013, la possibilità di giocare la Champions League e la sicurezza di poter chiedere qualunque giocatore al mondo che sia sul mercato.
Lo farebbe per andare in una Juventus che potrebbe non disputare nemmeno l’Europa League, che gli offre un sesto dell’ingaggio datogli dallo sceicco e la prospettiva di avere un mercato bloccato dai riscatti dei vari Pepe della situazione. Questo è quanto sostiene gran parte della stampa sportiva italiana e delle tivù che danno il la a queste operazioni, consapevoli del fatto che il 30% di chi segue il calcio nel nostro paese è juventino: purissimo marketing editoriale, ad essere generosi, basato sulla certezza che il tifoso preferisce un sogno impossibile ad una realtà grigia come quella che aspetterà la Juventus fino a quando gli Agnelli non faranno scendere in campo soldi veri insieme a dirigenti (più allenatore) di cilindrata adeguata. Tornando al caso specifico, con tutta l’amicizia che Mancini ha per Nedved (di fatto l’unico consigliere calcistico di Andrea Agnelli, nonostante nei molteplici editoriali lo squalificato Moggi tenti di ‘far capire che’) il suo ritorno in Italia dovrebbe essere preceduto da un esonero da parte del City e seguito dalla volontà di Mancini di allenare una squadra di basso profilo con una tifoseria che lo identifica come interista (lui che nasce come tifoso juventino) e che già sabato sera lo ha omaggiato di simpatici cori. I ‘cantanti’ possono però stare tranquilli: Nedved stima Mancini ma si rende conto della differenza di attrattiva fra il City attuale e una Juventus dove il giocatore più futuribile è il 37enne Del Piero, in più Mancini la sua vendetta su Moratti se la vuole prendere con una squadra all’altezza della situazione. Conclusione? Non chiediamo alle notizie di essere vere, ma almeno verosimili. Conclusione bis: le bombe di mercato potenzialmente inventabili sono infinite, meglio inventarle con la propria testa.
stefano@indiscreto.it
(pubblicato sul Guerin Sportivo)

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