Attualità
Maledetta Primavera
Paolo Morati 15/04/2020
Qual è la canzone italiana simbolo della Primavera e ancor più di questa Primavera così complicata? Dovessimo fare un sondaggio al volo è probabile che ai più venga in mente Maledetta Primavera, il brano con cui una Loretta Goggi in grande spolvero si classificò al secondo posto al Festival di Sanremo del 1981. Una Goggi già da tempo cantante di successo oltre che attrice, imitatrice e presentatrice a tutto tondo.
Il brano firmato dal duo Amerigo Cassella-Totò Savio diventò poi un successo internazionale, con tante versioni e cover, forte di una maledizione lanciata nel testo di Cassella contro la stagione e che in realtà non è certo dedicato al risveglio della natura in fiore. Fatto sta che per la Goggi fu un enorme successo, una sorta di marchio di fabbrica capace di oscurare nella memoria tanti altri suoi brani. Da L’aria del sabato sera a Pieno d’amore fino a Io nascerò.
Dovessimo trovare attinenze più agresti e primaverili, restando solo nei titoli, potremmo invece citare Primavera di Sandro Giacobbe, tra fili d’erba, semi nella terra, in un grande prato con il sole che scalda (gli innamorati). Oppure Primavera di Marina Rei, una cover in cui si respira l’aria e si è come i fiori aspettando (appunto) la primavera e il relativo sole.
È una Primavera figurata e simbolica anche quella dell’omonimo brano di Riccardo Cocciante, tra preghiera al sole costruzione di serre (senza scordare naturalmente la celebre Cervo a primavera), mentre Laura Pausini addirittura la “anticipa”, in italiano ma anche in spagnolo (Primavera Anticipada).
Tuttavia il vero preveggente della situazione odierna sembra essere stato Pino Daniele che in Questa Primavera diceva che l’Europa cambierà (in meglio o in peggio non si sa ancora….), e ancor più essendo stato autore di Stop Bajon di Tullio De Piscopo, un rap capace di entrare anche nelle classifiche inglesi. E che alla fine dei conti ci sembra il brano più evocativo di tutti nel suo declamare “Ma quanno ascimmo fora sarra’ primavera.”. Forse…