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Mai contro noi stessi

Stefano Olivari 13/06/2008

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Con la tensione che sale per Italia-Romania qualsiasi cosa noi si scriva adesso sarebbe destinata alla non lettura, quindi ci asteniamo raggruppando le forze per domani mattina sperando di non dover scrivere l’elogio funebre di Donadoni. Le metaforiche e fantozziane frittata di cipolle e Peroni ghiacciata sono pronte (link: http://www.youtube.com/watch?v=TJLgb2fl63M), per due ore in cui non vorremmo essere in nessun altro posto (sì, magari al Letzigrund…). Ci concediamo però due parole su questa vigilia. Theo Zwanziger, presidente della federcalcio tedesca, ha appena detto che Loew rimarrà c.t. tedesco in ogni caso, anche con un’uscita al primo turno che francamente non sembra probabile (l’ultima partita è con l’Austria, che ieri in rapporto alle sue possibilità ha giocato molto bene soprattutto fino al gol del ‘polacco’ Guerreiro): tutt’altro clima rispetto a quello che circonda Donadoni, che le ultime danno per partente in ogni caso. Anche in quello di trofeo alzato, si dice adesso nel ritiro azzurro (traduzione: questo ci hanno detto stamattina due colleghi sul posto dopo avere ascoltato un maggiorente Figc), pagando per la rescissione circa 540mila euro come da contratto. Piccola domanda: ma che senso aveva prolungare alla vigilia? Non è che Donadoni si sarebbe impegnato di meno, al di là degli errori di valutazione che può avere fatto. Per il resto storie di ordinario cialtronismo mediatico, italiano ma anche rumeno visto che c’è chi (per l’esattezza il Jurnalul National) ha cavalcato il discorso di gran moda ‘Italia xenofoba’ dimenticando che ai rom (che non è sinonimo di rumeni, per quei pochi che non lo sapessero) la Romania ha riservato nel recente passato trattamenti para-nazisti. Una tivù ha ricordato che il 13 giugno l’Italia non ha mai vinto: detestiamo le statistiche, non vogliono dire niente, prendiamola per buona ricordando che il 13 giugno 2002 pur non vincendo l’Italia conquistò la qualificazione agli ottavi del Mondiale: nel finale Del Piero pareggiò il gol iniziale del messicano Borgetti. Ultima cosa, poi ci mettiamo la canottiera, dedicata a chi come noi detesta i ‘valori’ della maggior parte degli italiani (primo comandamento fregare il prossimo, secondo la tua famiglia o il tuo gruppo contano più del bene comune, terzo alla fine si aggiusta sempre tutto) e magari esulterà in caso di vittoria degli uomini di Piturca: non si sceglie di essere italiani, lo si è o non lo si è. Attaccare i nostri difetti è giusto, tifare contro noi stessi è stupido: nel resto del mondo non lo fa nessuno.

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