I maghrebini di via Ippocrate (ovvero, Facchetti non era da Inter)

5 Settembre 2016 di Stefano Olivari

Sabato scorso il Gianni non aveva voglia di andare a mignotte, o per meglio dire c’era andato già al mattino (roba di classe, però, le tardone nelle vie dietro l’Auxologico di Piazzale Brescia), così nel tardo pomeriggio si è piegato ad accompagnare Budrieri alla presentazione di un libro su Facchetti. Voleva coinvolgere anche me, però pur essendo un cultore di Facchetti non lo sono di Affori e meno che mai della zona intorno all’ex Paolo Pini, così sono rimasto a casa davanti agli U.S. Open divorando pacchetti di Lays. Non ho indagato sul perché Budrieri fosse così interessato a una graphic novel, lui che al massimo legge i volantini delle offerte del Simply, ma credo che qualsiasi scusa fosse buona per non trascorrere tempo insieme all’Erminia e soprattutto a D.J. John, che adesso che Linus è diventato renziano si è messo a studiare e citare i discorsi di D’Alema e Cuperlo. Mi ha raccontato il Gianni che arrivare nell’ex manicomio è stata un’impresa, superando i resti del mercato del sabato di via Ippocrate: dice che su 200 persone incrociate, in mezzo a frutta schiacciata e mosche, il 99% parlava in arabo o giù di lì. Le due, massimo tre, donne non velate erano probabilmente italiane, con la più giovane sui 95 anni e un carrello della spesa a colori scozzesi. Milano è piena di librerie deserte, perché fare una presentazione in quel posto? Comunque a fatica lui e Budrieri hanno trovato il posto all’interno dell’ex Paolo Pini, uno di quegli ospedali di una volta che si sviluppano in orizzontale, tipo il Sacco, e dove non riesci mai a trovare quello che cerchi. La presentazione era nelle ex cucine del manicomio e c’erano Moratti, Suarez, Bergomi, Ferri, Adelio Moro, il figlio di Prisco, oltre ovviamente agli autori e ai figli di Facchetti. Tolti gli autori e i figli di Facchetti e Prisco, tutta gente per decenni insultata da Budrieri: Moratti inconcludente, Suarez non un vero leader, Bergomi e Ferri due scarponi, Moro un mezzo giocatore. Invece per due ore un Budrieri pacificato con il mondo ha continuato a dire che all’Inter di oggi mancano un presidente vicino alla squadra come Moratti, un regista come Suarez (e meno male che non era stato invitato Matteoli) perché il Banega è un bidone, due sicurezze come Bergomi e Ferri, uno che tiri le punizioni come Moro. Alla fine non ha ovviamente acquistato il libro, lui 18 euro (c’era anche lo sconto a 15) li spenderebbe soltanto per una biografia di Marino Basso. E poi, come ha confessato al Gianni mentre facevano il percorso inverso in direzione dell’auto (prudentemente il Gianni aveva usato una vecchia Punto 1.2 ELX verde che tiene in officina come auto di cortesia), con l’Amsa che ripuliva la strada, in fondo Facchetti non era da Inter.

NonèdaInter (Copertina eBook)

‘Non è da Inter – Alla periferia della vita’ contiene le puntate pubblicate fino al giugno 2015 ed è disponibile per Kindle di AmazoniPad-iPhone-Mac , ma anche per tutti i gli altri tipi di eReader attraverso la piattaforma di Bookrepublic. Prodotto da Indiscreto, ma giusto perché non lo abbiamo voluto dare a Mondadori e Feltrinelli, costa 4,99 euro. Il cialtronismo della cifra non è nostro, in periferia sappiamo benissimo che si tratta di 5 euro, ma dei poteri forti dell’e-commerce che pretendono che un prezzo termini in questo modo. 

Avvertenza per i nuovi lettori: Non è da Inter trae ispirazione dalla realtà, ma non è la realtà. Chi lo ritiene volgare o si ritiene offeso può semplicemente non leggerlo. 

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