L’urlo di Aradori

7 Maggio 2012 di Oscar Eleni

Oscar Eleni da San Josè, strada dritta della California, dopo una seduta telefonica gratuita e una vera visita a 200 dollari con la psicologa chiamata familiarmente “wantologa” per capire cosa voglio davvero dal basket più che dalla vita, cosa desidero più  di ogni altra cosa in questo mondo di ladri dove tutti ci raccontano grandi e piccole bugie e vanno in giro con la faccia come il chiulo. L’ultima frontiera degli strizzacervelli che segnalo a Magda Marconi, psicologa, molgie del mai troppo compianto Riccardo Sales perché ci manca la sua ironia, la vera passione, ci serve per passare i 10 giorni di letargo forzato aspettando il play off di nuova generazione dove i numeri uno che stanno sempre a Siena, anche se hanno avuto 5 giocatori in sala operatoria, vivranno i giorni del silenzio recriminando sull’Europa sfuggita, sedendosi in circolo per parlare con Aradori che nel giorno del +56  contro Montegranaro manda questo messaggio che dovrebbe infastidire, più che altro, il suo presidente Minucci se davvero è lui che muove i fili della Lega come dicono i rivali di Milano, più acidi di quelli della Cantù che  ha altri problemi e liquida le critiche parlando di rancori  che non possono esistere se hai una storia da raccontare, se hai prove che questi fanno peggio di tutti, se esiste una rupe da dove buttarsi senza dover chiedere permesso a chi crede di essere al potere  e, invece, aspira briciole fuori dal campo e, purtroppo, da molto tempo, anche sul campo se il tuo allenatore non ti rivolge neppure la parola anche quando ripete ad oltranza la scommessa sul Perkins da ultimo assalto che è davvero un controsenso.

Ma dicevamo di Aradori e allora ascoltiamo l’urlo di dolore dell’italiano premiato anche come migliore della sua generazione: la visibilità che ha avuto il basket italiano in questa annata è stata imbarazzante (Imbarazzante? Già sentito nei sabba sul Lambro dove l’ironia è padrona e dove loro sono loro e gli altri sono un cazzo), abbiamo toccato il fondo. (Curioso sapere che esiste già un fondo per i nuovi assi). E non dite che è colpa della Nazionale che non vince.  Vero, ma non vincere aiuta di meno a  mostrare il proprio reale valore). Qui non si sponsorizza nel modo giusto la nostra Lega. E la colpa è solo di chi è nel ruolo per farlo, ma non fa adeguatamente il suo lavoro.

Cacchio cacchio. Sarà rancoroso anche Aradori? Che ne dice Renzi, cosa dicono i baruffanti che si preparano a camminare sulle ceneri ardenti  andando verso un’avversaria che farà del male a tutti, forse meno che a Milano, una falce che si chiama crisi e al momento non c’è un borgo cestistico illuminato dalla vera fede dove si possa dire l’anno prossimo avremo una squadra migliore. A parte Milano che adesso va in montagna a meditare, a parte l’Emporio Armani che sembra avere davvero tutto e questo sembra l’anno  dove i campioni in carica, almeno nel calcio, nella pallavolo, pagano il debito alla fortuna e allo stress dei record. Scariolo il beato bresciano che ci fa sapere di aver centrato tutti gli obiettivi richiesti dalla società al primo anno. Vedete come stanno le cose se le guardi dalla camera di Maria Antonietta e butti brioches al popolo affamato.

Sia chiaro che nell’eurolega chi  ha fatto la figura peggiore è sicuramente stata Milano, mentre Siena e Cantù  hanno meritato il premio della critica. Contigenza in un periodo digestivo difficile per far capire ai giocatori chi comandava davvero sotto i quadri dell’Olimpia. Può essere. Poi è venuta qualche bella partita pure in coppa, poi la striscia di 8 vittorie consecutive che quest’anno non ha  ottenuto nessuno nel nostro campionato. La migliore era Sassari e allora perché gonfiarsi tanto: vogliamo paragonare budget, uomini e altre puttanate del genere. Chiaro che se sei figlio della ricchezza, del benessere, non puoi vantarti se ti sei laureato ad Harvard piuttosto che in Albania. Certo questo è il muro e Milano lo ha saltato bene finendo proprio dietro a Siena, anche ad un Montepaschi fatto a pezzi dall’usura e dalla fine della corsa per molti dei suoi campioni ormai meno affamati. Ha perso i preliminari proprio Cantù che nella volata decisiva si è trovata senza due uomini fondamentali.

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