L’ultimo lancio di Tamara

17 Gennaio 2014 di Stefano Olivari

Tamara Apostolico ha lasciato il lancio del disco e l’atletica nel settembre del 2013, al termine di una vicenda grottesca che bene spiega i criteri con cui vengono spesi i soldi pubblici in Italia. Questa la sua testimonianza diretta di pochi giorni fa su atleticalive.it, segnalataci da Stefano, che ci permette di parlare per l’ennesima volta dei gruppi sportivi militari. Alla vigilia oltretutto dei Giochi Invernali di Sochi, quando il telespettatore dovrà sopravvivere al solito mitragliamento di ringraziamenti del biathleta o del pattinatore all’arma, al colonnello, al sergente, alla federazione, eccetera. La storia della discobola friulana (è nata sì a Trieste, nel 1989, ma ha sempre vissuto ad Udine dove si è anche laureata in mediazione culturale) è molto particolare, perché nei corpi sportivi militari entrano anche atleti che fanno fatica ad avere una dimensione italiana. Non sono discorsi da bar, ma tempi e misure. Invece lei, talento precoce con grossi risultati internazionali giovanili (su tutti un bronzo agli Europei juniores di Hengelo 2007), finalista europea assoluta (a Helsinki), campionessa italiana e addirittura con il minimo B (ottenuto con il suo personale: 59,50) per la partecipazione ai Giochi di Londra, ha preso solo porte in faccia. In maniera indiretta le avevano fatto sapere che non era piaciuta la sua scelta di qualche anno fa, di passare periodi di allenamento prima in Romania (per seguire il suo grande modello Nicoleta Grasu: carriera eterna con l’highlight dell’argento mondiale a Edmonton 2001) e poi in Ungheria. In maniera indirettissima quindi l’accusa era quella di doping, secondo l’equazione ‘paese dell’Est uguale doping’: di sicuro in Ungheria era stata seguita da Adrian Annus, il martellista di cui si ricorda la squalifica (per la precisione non fu trovato positivo, ma beccato ad usare l’urina di un altro con l’immancabile pene finto da Magic America) ai Giochi di Atene 2004 dopo aver vinto l’oro, il che non significa che chi si è allenato per qualche settimana con lui sia dopato. Allora per fugare ogni dubbio la Apostolico è tornata nel 2012 ad allenarsi in Italia, fra l’altro anche in centri sportivi federali e sotto l’occhio di tecnici e medici FIDAL, ma questo non è bastato. Non potendo più accusarla di doping, il colonnello della situazione le ha spiegato di non poterla tesserare perché priva di visibilità e oltretutto, crimine gravissimo in Italia, nemmeno raccomandata. Quando i gruppi sportivi militari esistono proprio per poter dare uno stipendio ad atleti professionisti privi di visibilità e mercato, ma con qualche prospettiva internazionale.

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