Cantucky
L’ultimo derby di Trinchieri e Scariolo
Fabrizio Provera 26/04/2013
Vigilia di derby, per il basket italiano e lombardo. Domenica sera, in diretta Rai (Sport), la Lenovo Cantucky sfida l’EA7 Milano. L’operosa e arruginita Brianza contro l’opulenza meneghina, in attesa di successi dal 1996 e sempre al centro di attenzioni, morbose e polemiche. Capita tutto – specie per noi che siamo mestieranti del ricordo e del rimpianto, e del relativo cazzeggio colto (‘colto’ ce lo diciamo da soli) – 30 anni dopo Grenoble. L’epica finale di coppa Campioni tra Ford e Billy si giocò a marzo nel palazzo della città francese, che evoca certamente una dose maggiore di nobiltà (cestistica, e non solo) rispetto al Paladesio, dove si giocherà – al cospetto di spalti esauriti – la sfida di domenica.
Che cade in un momento del tutto particolare, per le due formazioni alla caccia di un posto al sole nella griglia playoff (che sarà tra il quarto ed il settimo, a seconda di come finirà il derby): Milano, dopo l’ennesimo innesto che fa da contraltare a un disinnesto (fuori Bourousis, per infortunio alla cartilagine su cui ha dottamente avanzato dei dubbi Matteo Refini di ioelolimpia, e dentro Mensah Bonsu), era abbastanza tranquilla, finché su un sito web – Sportando – piomba la notizia che il 30 giugno prossimo dovrebbe interrompersi il matrimonio di Milano con Sergio Scariolo. Apriti cielo. Il buono e bravo Claudio Limardi cerca di metterci una pezza, parlando di clausole ed affini, ma la frittata è fatta: via Scariolo, salvo clamorosi successi (lo scudetto, che per Milano non è peraltro un’oscura chimera), tanti tifosi di Milano listano a gioia le pagine web, canturini e varesini ironizzano.. Radio Naviglio parla di un Simone Pianigiani pronto ai box, mentre si allontanano le ipotesi Obradovic (in corsa per una panchina da head coach in Nba) e quella di Andrea Trinchieri.
E qui viene il bello: Trinchieri è contrattualizzato da Cantù sino al 2014, ma tutti o quasi lo danno partente il 30 giugno. Per dove? Per Milano, dove un tempo fungeva da interprete in virtù della sua natura di poliglotta american-croato? Difficile, dicono i ben informati. Più facile che il Poeta Guerriero prenda posto sulle panche di Olympiacos o di qualche squadrone spagnolo, con spargimento di lacrime del sottoscritto, che è trinchieriano senza se e senza ma. Ma che non può non vedere, che il post Markoishvili di Cantù è stato, è e rischia di essere foriero di dolori e di troppa instabilità, tecnica e mentale. Un’opinione condivisa, durante un nostro recente ‘interrogatorio’, dal grande Werther Pedrazzi. Cantucky ammaina la bandiera, dunque? Non sia mai: spiegatelo voi ai 6.000 nobili villani canturini, domenica… Ci basterebbe un altro 69-68, o anche un 70-69, con fallo non fischiato sull’ultimo tiro dei tanto odiati (sportivamente, of course) cugini epuloni. Peccato che sul parquet non ci saranno Flowers, Marzorati o Riva.. Ma in panchina avremo, forse per l’ultimo derby, il Poeta Guerriero.