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L’ultima notte dei Pooh

Paolo Morati 02/10/2015

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È reunion per i Pooh prima di dire definitivamente addio al loro pubblico. Due date da tre ore almeno già annunciate nel 2016 – 15 giugno (stadio di San Siro a Milano) e 20 giugno (Olimpico di Roma) – e il rientro non solo di Stefano D’Orazio, il batterista che aveva lasciato la band sei anni fa, ma addirittura anche di Riccardo Fogli, uscito nel 1973 sulla strada di Patty Pravo e sostituito all’epoca da Red Canzian in qualità di bassista. Il tutto per festeggiare 50 anni di attività con ‘L’ultima notte insieme’ e sciogliere definitivamente un gruppo che in Italia ha fatto la storia della musica attraverso decine di successi, alchimie vocali e sonore equamente distribuite, forte di un marchio di fabbrica pressoché inscalfibile, come (quasi) la voce di Roby Facchinetti. Intanto, in attesa dei concerti si parte dunque, anzi si riparte, dal passato con una nuova versione di Pensiero già in rotazione, un video dove Fogli arriva a sorpresa, e che mette al centro in modo poderoso la chitarra di Dodi Battaglia, accelera e modernizza uno dei loro grandi successi degli inizi, preludio di un progetto che vedrà anche vinili in tiratura limitata, inediti e chissà ancora quant’altro per non deludere le attese di un pubblico fedele e numeroso (oltre che rumoroso).

Sui Pooh si possono fare molte considerazioni. Probabilmente poco amati da chi intende le band come necessariamente brutte e maledette, in 50 anni di attività hanno seguito un percorso eterogeneo a cavallo tra il pop (già, quando si parlava ancora solo di musica leggera) e il rock, tra lenti e brani tirati, con uno stile coerente e inconfondibile. Da parte nostra siamo particolarmente legati al periodo tra gli anni ’70 e gli ’80, quello probabilmente più scenografico e vivace, con pirotecniche trovate dal vivo (in tal senso almeno in Italia sono stati degli innovatori) e composta da brani dagli arrangiamenti fini e poderosi. Chi fermerà la musica? e Canterò per te sono esempi perfetti dello stile Pooh di quel periodo, altro che lenti all’italiana, facendo il paio con la trascinante Rotolando respirando, o le accelerazioni e frenate di Giorni infiniti e Dammi solo un minuto, fino a Non siamo in pericolo.

Considerato il preludio di Pensiero nella nuova veste così vicina a quel periodo, siamo curiosi di sentire come verranno reinventati i vecchi classici, e i lenti quali Linda, Piccola Katy, Pierre, Noi due nel mondo e nell’anima, Tanta voglia di lei, fino alle incursioni progressive di Parsifal, più che le produzioni recenti che personalmente abbiamo ascoltato meno fermandoci sostanzialmente a Uomini Soli, con qualche incursione tra Amici per sempre e Il cielo è blu oltre le nuvole. Certamente già il video di lancio, con l’ingresso in grande stile di Fogli (che abbiamo sempre apprezzato anche da solista per una carriera rigorosa e di tutto rispetto), è studiato alla perfezione, come sempre accade per una proposta che non sembra mai lasciare niente al caso. Peccato che Valerio Negrini (primo batterista e poi paroliere storico dietro le quinte) sia scomparso un paio di anni fa, altrimenti il cerchio sarebbe stato completo. Ma stiamo certi che i Pooh prima di lasciare riusciranno comunque a far diventare, ancora una volta, l’aria elettrica per chi li andrà ad ascoltare. Poi, liberi tutti.

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