Luiz Adriano e la Cina che non si avvicina

21 Gennaio 2016 di Indiscreto

Avevamo fatto la promessa di non scrivere per la centesima volta del closing di Mister Bee, al di là delle varie rappresentazioni che ogni tanto vanno in scena (la più recente è la sesta, se non abbiamo contato male) con auto dai vetri oscurati e finte indiscrezioni in managerese, non sappiamo quanto ispirate da un Berlusconi sempre più stanco e con in canna, secondo un fedelissimo della prima ora, un annuncio personale clamoroso: cercheremo di rispettarla fino a quando non ci sarà una vera svolta in un senso o nell’altro. Certo è che la Cina (ormai i presunti investitori dietro a Bee sembrano quasi solo di Pechino, così come le banche garanti) si avvicina all’Europa calcistica che conta, con una manovra a tutto campo che comprende l’entrata in grandi club, diritti televisivi con l’acquisto di Infront da parte di Dalian Wanda, grandi media con la possibile entrata sempre di imprenditori cinesi nel capitale di giornali sportivi italiani e spagnoli. Rimane il fatto che nessun allenatore o calciatore di prima fascia ambisca ad andare in Cina, a meno che non sia a fine carriera o senza offerte concrete: passi per il Giappone che ti dà l’opportunità di andare al Mondiale, ma a uno come Zaccheroni cosa potrà mai importare del Guoan? Si spiega anche così la vicenda Luiz Adriano, tornato a Milanello per il dispiacere di Galliani dopo il quasi contratto con lo Jiangsu che al Milan avrebbe dato 15 milioni di euro e all’attaccante brasiliano 7 netti a stagione. Operazione vantaggiosa per tutti, visto che il Milan lo scorso luglio l’aveva pagato 8 milioni allo Shakhtar e che l’attaccante attualmente guadagna esattamente la metà di quanto avrebbe preso in teoria in Cina. Cosa è successo? Continua sul Guerin Sportivo.

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