L’Occhio di Maurizio Costanzo

25 Febbraio 2023 di Stefano Olivari

Tutti sanno chi sia stato Maurizio Costanzo e molti ricordano il suo periodo da direttore dell’Occhio, primo ed unico tentativo italiano su scala nazionale di emulare i tabloid inglesi. Noi fra questi molti che lo ricordano, per meri motivi di età oltre che di passione per i giornali fin dall’infanzia. L’Occhio, che alle spalle aveva la Rizzoli di Angelo Rizzoli junior e di Tassan Din, era un giornale molto interessante, che però durò soltanto due anni, dal 10 ottobre 1979 al 15 dicembre 1981, e che fu chiuso in mezzo alla bufera per la P2, a cui erano iscritti Rizzoli, Tassan Din e lo stesso Costanzo, anche per vendite scese sotto il livello di 100.000 copie vendute al giorno. Traguardo oggi inimmaginabile, ma verso l’alto, per quasi tutti i quotidiani…

Le foto di ragazze semiscoperte, in stile Sun, non mancavano, ma non si esagerava ed il tipo di racconto era piuttosto quello da settimanale per famiglie tipo Domenica del Corriere. Va infatti detto che quella era l’epoca dell’oro soprattutto per le riviste, anche a livelli più bassi dei due milioni e mezzo settimanali di Tv Sorrisi e Canzoni. Riviste che andavano dall’Espresso alla guida televisiva per la nonna, da Oggi a Superbasket, diverse per argomenti tratti ma accomunate dallo stesso tipo di giornalismo: interviste, retroscena, ricerca di notizie in esclusiva. Cose impossibili per il trentenne convivente con i genitori che si spaccia per insider dello spogliatoio dei Golden State Warriors, ma onestamente oggi anche per noi che a volte scriviamo dieci pezzi al giorno.

Abbiamo divagato, quando avremmo potuto sintetizzare tutto con una domanda: perché in Italia il quotidiano popolare non ha mai funzionato, se non su base locale? Nemmeno quando si vendevano 7 milioni di quotidiani al giorno…  Chiaramente oggi parlare di quotidiano cartaceo è anacronistico, anche nel Regno Unito gran parte dell’informazione si è trasferita sul web: questo non toglie che ancora nel 2023, pur in declino, le edizioni cartacee di Sun e Daily Mail siano entrambe sul milione di copie vendute e che quelle dei quotidiani cosiddetti seri, dal Times al Guardian, siano invece su numeri italiani.

La nostra prima risposta è che l’ignorante italiano è, a parità di condizione sociale, meno alfabetizzato di quello inglese, e comunque meno abituato a leggere. Per questo fra un giornale popolare e niente, oppure la televisione, ha sempre preferito il niente-televisione. La nostra seconda risposta è che i quotidiani popolari britannici, quelli con i giornalisti italiani che copiano le loro notizie (per questo sappiamo tutto dei Beckham mentre fino a un anno fa Totti e Ilary erano la coppia perfetta) citandoli poi sprezzantemente come ‘tabloid inglesi’, sono tuttora fatti molto bene. Ricchi di spunti, con articoli scritti in maniera chiara e con un gusto per il calembour che mal si adatta al web, visto che Google premia chi scrive per minorati mentali, ma che su carta funziona. In sintesi, la chiusura dell’Occhio, come del resto quella della Notte avvenuta nel 1995, ci diede un dispiacere.

stefano@indiscreto.net

 

Share this article