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Attualità

L’occasione dei Baldasso

di Oscar Eleni

Pubblicato il 2020-11-16

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Oscar Eleni nascosto dietro il saturimetro consigliato dall’ultimo legionario Pedrazzi, pronto a spedire ad un amico in Tasmania, nella vecchia colonia penale alla baia dei fuochi, una coppia di Al lupo al lupo,  film del 1992 di un ispirato Carlo Verdone. Ricerca di un padre scomparso in un mare di bugie. Bravi attori, bella storia. Adatta ai tempi che viviamo sconvolti dai negazionisti, da Radio Maria, da questa litigiosità politica che ci rende più confusi e quasi silenti davanti alla farsa statunitense.

Film adatto da mostrare al ministro dello sport, ai presidenti federali appena rieletti, dove ci lascia sbalorditi il messaggio di Petrucci che il basket ha scelto per altri quattro anni: rivoluzione, cambiamenti combattendo una legge sulla riforma dello sport che non convince lui e tanti altri. Le rivoluzioni andavano fatte all’inizio di questa già azzoppata stagione sportiva dove, fra le briciole lasciate dal calcio, grufolano quelli che non capiscono il troppo incenso per il bravissimo Sinner e le quasi brevi per ciclisti bravi all’europeo in pista, per la Pilato e Miressi nel nuoto dove l’Italia non ha certo bisogno di riforme, ma di aiuti veri per andare avanti con un progetto tecnico serio.

Da star male in questa guerra fra poveri che elemosinano spazio là dove “sanno benissimo cosa vuole il pubblico dello sport”: fantacalcio, fantatutto, gossip, moda e cotillons. Inutile discutere, coi soldi fai tutto e anche dopo il rapporto sul pallone sgonfio, in rosso volgare, non cambia niente. Insomma tira più una litigatina fra il geniale Cassano e Totti, mediatore Vieri, ma dai, del tormento delle società di base che non sanno  più cosa fare per sopravvivere, portare ragazzi al campo, in piscina, sulle piste.

La riforma del basket andava fatta ieri, prima di questo campionato dove già mancano le date per i recuperi. Si doveva accorciare, semplificare la stagione, abolendo le retrocessioni e magari avremmo visto prima sul campo di serie A gente come Visconti o Baldasso, Pajola e Alviti, Candi e Moretti o Pecchia. Niente, con questi paraocchi a Torino, tanto per fare un esempio, mentre lasciavano fare al figlio del padrone con il bilancio in rosso, mentre cercavano una sponda turca, nel tempo si facevano portare via i Visconti che ora, per fortuna, ha trovato il porto giusto d’approdo in casa Marino a Brindisi, e i Baldasso, unica luce, insieme a Campogrande e Bucchi, della Roma in pezzi con giocatori che saltano trasferte, allenamenti. Siamo nel caos completo e l’eurolega, come la Fiba, non fa una piega, manda avanti le sue coppe già vendute alle televisioni sapendo bene che fra poco non ci sarà tempo per recuperare le partite perdute.

In questo clima, come succede nel calcio con la Lazio e Lotito, perché stupirsi se l’Ataman che ha studiato da noi, che vorrebbe Torino, che guida così bene l’Efes, lancia il  sasso del sospetto sulle partite russe saltate dall’Armani andata poi regolarmente in campo contro Cantù a Desio? Non capire che far viaggiare troppo le squadre, soprattutto all’estero,  crea pericoli di contagi, dimostra che per molti vale l’urlo di quella geniale signora che ci informava che “non ce n’è Coviddi”. Pulcinella a parte, comici in scena senza talento, la situazione adesso è proprio questa: sospettare, guardarsi in cagnesco, multare uno ricoverato e poi morto perché aveva lasciato la sua auto in sosta vietata davanti all’ospedale. Ce ne sarebbe di gente da mandare in Tasmania e mentre la politica cerca “o peggiore”, in un teatrino vai avanti tu che mi vien da ridere, si è scoperto che proliferano le corse clandestine made in malavita.

Fatti, non parole, ma non succederà anche in una settimana dove è lecito avere illusioni anche sullo sport nazionale, seppure in mano a gente pavida e senza capacità di guardare avanti: doppio successo nel calcio per la Nazionale prestata dal Covid alla saggezza di Evani mentre Mancini visionava dalla quarantena, e la Under dei già tatuati seguiva, per fortuna, la voce del suo allenatore educatore. Doppia vittoria all’esordio per Lino Lardo con la nazionale femminile di basket. Sinner re di Sofia. Pilato e Miressi nel grande nuoto, ciclismo su pista vivo e plurimedagliato a livello europeo, Ferrari di nuovo sul podio fra le buche ottomane, Morbidelli principino della moto GP. La solita buona stella anche se non meritata. 

In questo clima guardare al campionato di basket è  proprio da fanatici perché sappiamo che potrebbe essere ascoltata la corrente del “chiudere tutto aspettando primavera e l’apericena” guidata dal Baraldi virtussino, la società storica a cui l’anno scorso chiusero in faccia le porte  di una probabile stagione di successo, anche se aveva perso la coppa Italia. In effetti come fai a giudicare una stagione del genere con squadre bloccate da settimane? 

Al momento poche certezze e bellezze: Brindisi, prima di tutto, una meraviglia. Poi Trento che incanta. Milano che resta imbattuta anche se ha molto per non sentirsi tranquilla fra infortuni e sordità del sistema. Nel nero di seppia restano a macerarsi, invece, la Roma alla deriva economica, anche se giocatori e tecnico sono leoni, una Brescia davvero senz’anima, schiacciata là in fondo alla classifica insieme alla Fortitudo che domenica dovrebbe affrontare il derby con la Virtus ascoltando messaggi negativi  dai medici, anche se certi giocatori oggi malati lo sembravano ugualmente anche prima dei tamponi, come del resto quelli di Esposito.

Apprezzando Peterson e Olivari per il ricordo dell’Heinsohn, gigante dei Celtics che Lajos Toth portò all’Isolabella Milano in una situazione tipo la Roma di oggi, perdendo tutto e  anche un bravo allenatore come Gurioli, senza dare ad un vero maestro una squadra che potesse almeno capire cosa stava dicendo quell’omone con tanti anelli. Dopo aver riscoperto grazie ad uno studio FIBA che l’Italia è fra le nazioni che tesserano più stranieri, dopo aver ascoltato per l’ennesima volta il grido di dolore di chi è in rosso fisso e non sa più come pagare, eccoci alle pagelle confessando (ammetto il vostro chissenefrega) che niente ci ha dato più gioia della vittoria nel rugby dei Pumas argentini contro i mitici tutti neri della Nuova Zelanda.

10 A Riccardo VISCONTI che nella rimonta brindisina a Sassari ci ha ridato speranza: se hai allenatori come Vitucci, società come Brindisi, allora può accadere di  scoprire che ci sono italiani di talento, in questo caso lui, passato da Torino a Venezia, 24’ in A nelle tre stagioni Reyer dove illuminava le giovanili, cresciuto bene a Mantova. In coppa e campionato ha dimostrato di poterci  stare, lui come Udom nativo di Bagno a Ripoli.

9 Al BRIENZA, guida illuminata della bella Trento riallestita da Trainotti, perché al momento sembra vincere la battaglia  della interessantissima generazioni di allenatori dove lo contrastano Martino a Reggio Emilia e Galbiati a Cremona.

8 A PANCOTTO e BUCCHI perché, con Cantù rimasta ferma tantissimo e con Roma in pezzi, sanno ancora dare lezioni pur perdendo. Veterani che insegnano, ne abbiamo sempre bisogno anche se Recalcati ha fatto bene a lasciare fuori dalla porta chi lo rivorrebbe in panchina. Lui doveva essere nel consiglio federale, altro che a salvare squadre costruite con i piedi in un gioco dove servono le mani.

7 A Lino LARDO per aver ridato luce  alla nazionale femminile. Come fece Sales, come fece anche Primo, ha portato qualcosa di cui il settore aveva davvero bisogno. Per un allenatore arrivato alla finale scudetto, per un bravo tecnico la ripartenza che serviva, ora lasciatelo lavorare.

6 A Goran DRAGIC stella di Miami, che è andato a trovare Giorgio Valli che allena in Dubai allo Sahabab Al Ahli. Un riconoscimento per uno che ha sempre lavorato bene.

5 A PETERSON e TANJEVIC per non avere avuto il coraggio di affrontare Petrucci candidandosi come presidenti federali. Stessa cosa per Bianchini e Recalcati. Potevano andare in pressing o fermarlo con una bella uno tre uno. Niente. Vero quello che sanno  tutti: serviva una stagione organizzata in maniera diversa, dando spazio ai giocatori di questa scuola.

4 Ad ATAMAN che sospetta MESSINA e Milano di aver saltato le trasferte russe mascherandosi dietro il COVID. Se le cose stanno così nell’ULEB allora meglio chiudere.

3 A SACCHETTI se non cancellerà subito dal listone per le bolle europee giocatori che in questa prima parte di stagione hanno davvero deluso, se non inserirà i nuovi che hanno trovato finalmente spazio. Certo i lunghi non se li può inventare.

2 Al RODRIGUEZ bifronte che incanta in attacco, fa il record di triple, serve palloni deliziosi, fa sembrare tutto facile meno la difesa. Il suo talento acceca ragazzi che volendo imitarlo poi fanno la fine dei bambini flatulenti della barzelletta.

1 A VARESE che non ha proprio fortuna: torna alla vittoria, favorita dai guai della Rometta di Biordi, Iannicelli, giovani del vivaio utilizzati per assenze  gravi, non soltanto per la malattia, ma perde dopo 31 secondi per un infortunio gravissimo il neo acquisto Jones.

0 Alle scelte televisive di EUROSPORT e RAI: ai primi diciamo che la  sfida più bella era Sassari-Brindisi e poteva andare in diretta a mezzogiorno senza offesa per il ping pong; alla mamma, invece, chiediamo ancora una volta perché la crudele sfida Brescia-Trento è andata nella stessa ora della nazionale di calcio su RAI 1. Autocanestri per farsi poi ridere dietro paragonando i milioni alle migliaia.

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