Lo spreco di Capello

14 Luglio 2015 di Stefano Olivari

Fabio Capello a fare il commissario tecnico si divertiva, essendo uomo dai tanti interessi culturali ed avendo la forma mentale del manager più che dell’allenatore da campo: questo nonostante sia stato un ottimo calciatore e come tecnico sia partito da una lunga gavetta delle giovanili e da una breve sostituzione di Liedholm, prima che Berlusconi lo inventasse dirigente della polisportiva Milan e poi successore di Sacchi. Il problema è che durante le sue gestioni, le federazioni inglese e russa si sono divertite di meno, non soltanto per i risultati e il gioco scadenti, ma per quell’atteggiamento di fondo di chi ha lavorato con grandi campioni e in fondo pensa di non poter raggiungere grandi traguardi con l’Heskey o il Fayzulin, per citare due giocatori in cui Capello ha creduto molto (per la convocazione di Heskey al Mondiale sudafricano fu quasi linciato dalla stampa inglese), della situazione. Continua sul Guerin Sportivo.

Share this article