Lo sport del tenente Colombo e di McMillian

25 Settembre 2022 di Stefano Olivari

Abbiamo sempre apprezzato Il Tenente Colombo, per molti motivi: l’assenza di violenza, almeno da parte sua, l’ostentata medietà dei ragionamenti, le case da californiani ricchi di vittime e colpevoli, lo schema anti-suspense del rivelare tutto all’inizio, ed anche i tanti riferimenti allo sport disseminati qua e là. A maggior ragione negli episodi di ambientazione sportiva, come Gioco Mortale, il terzo della seconda stagione, quindi del 1972, in cui il protagonista-colpevole è il general manager dei Los Angeles Rockets, immaginaria squadra di football, Paul Hanlon.

In The most crucial game, titolo originale dell’episodio che abbiamo nei giorni scorsi rivisto su Amazon Prime Video (ci sono le prime 7 stagioni, ma non quelle dal 1989 in avanti), Hanlon ammazza il proprietario della squadra, Eric Wagner, che ha ereditato i Rockets dal padre ma non sa bene cosa farne ed ostacolare i disegni di espansione di Hanlon. L’omicidio del rich kid avviene durante una partita dei Rockets, con il dirigente che simula di essere allo stadio mentre invece dopo essersi travestito da gelataio va nella villa di Wagner ad ammazzarlo con un pezzo di ghiaccio. Insomma, un po’ come se Marotta ammazzasse Steven Zhang, anche se per Marotta fingere di essere allo stadio è più difficile.

Non è spoiler dire che Colombo, tifoso dei Rockets, troverà il punto debole della messinscena visto che la sua percentuale di successo è del 100%, ma ad ogni visione notiamo nuovi dettagli e a questo giro abbiamo notato poche scene di un allenamento dei Lakers dell’epoca: si riconoscono Pat Riley, in quella fase della carriera poco più che un panchinaro, Happy Hairston (che ha partecipato a tantissimi film quasi come comparsa, alla Jimmy il Fenomeno) e soprattutto il grande Jim McMillian, che in quella squadra che si stava avviando a vincere il titolo NBA (c’erano anche Chamberlain e Jerry West, ma nell’episodio non li abbiamo visti) era una delle stelle.

McMillian, uno dei giocatori più forti mai visti in Italia, avrebbe poi giocato due stagioni nella Sinudyne Bologna con uno scudetto ed una finale di Coppa dei Campioni non giocata per infortunio. McMillian, nel ruolo che ha sempre più colpito la nostra fantasia, quello dell’ala piccola (quando esistevano i ruoli, va da sé, ma comunque non sapremmo come altro definire Simone Fontecchio), nella nostra Serie A1 sembrava giocasse un altro sport.

info@indiscreto.net

Share this article