Lo smash di Loredana Berté

11 Giugno 2012 di Paolo Morati

Ma quale musica leggera

Ha un bel suono compatto e vintage il nuovo singolo di Loredana Berté intitolato Ma quale musica leggera. Scritto da Edoardo Bennato e prodotto da Mario Lavezzi, ci riporta all’attenzione un’artista per la quale – a scanso di equivoci – nutriamo da sempre un debole. In uno scenario dove le nuove voci femminili italiane sembrano dover uscire a tutti i costi dai cosiddetti talent show – e per le quali viene riservato il miglior spazio sui media – noi non dimentichiamo la storia che bussa alle nostre orecchie, forte di una discografia comunque notevole.

Ma quale musica leggera racconta un mondo dove non si risparmiano le rose e i fiori sul palco e la guerra grande dietro le quinte. Una storia musicale (di quella personale ne ha più volte parlato lei stessa, matrimonio con Bjorn Borg compreso, e la lasciamo da parte) che relativamente all’artista calabrese è fatta di una gavetta on the road, condotta insieme alla sorella Mia Martini e a Renato Zero, che l’ha poi portata a pubblicare una serie di dischi importanti frutto proprio della collaborazione con Mario Lavezzi (a partire da Normale o super), Ivano Fossati (ricordiamo tra gli altri l’eccellente Traslocando del 1982 e il successivo poderoso tour) ed Enrico Ruggeri (sue alcune canzoni in Savoir Faire e Jazz, oltre al progetto Carioca con le cover di Djavan). Il tutto attraverso un’immagine dove l’aspetto fisico  e il look – a cominciare dalla prima copertina originale di Streaking – non hanno però tolto spazio alla qualità della musica come troppo spesso invece accade.

Un repertorio, quello di Loredana Berté, che include canzoni entrate di diritto nella storia come E la luna bussò, Sei bellissima, Dedicato, La goccia, In alto mare, Nina nanna, Il mare d’inverno e naturalmente quella Non sono una signora considerata il suo manifesto. E a contorno altre tracce da riscoprire contenute in album suonati coi sacri crismi e dove era difficile trovare dei riempitivi, spaziando su vari generi, dal reggae al rock al pop. Con firme di primo piano oltre a quelle già citate, quali Oscar Avogadro, Ivan Graziani, Alberto Radius, Ron, Pino Daniele…Senza dimenticare anche la produzione successiva al periodo d’oro che si è comunque mantenuta su buoni livelli con alcuni colpi sopra la media, in veste cantautorale e autobiografica, in grado di lasciare il segno su chi possiede una sana voglia di ascoltare.

Paolo Morati, 11 giugno 2012

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